Treno, l’Unione montana difende il tracciato storico Calalzo-Cortina

il dibattito
Il treno delle Dolomiti ritorna ad animare la discussione in Cadore. La presa di posizione del parlamentare Dario Bond che ha “spinto” il treno verso l’Agordino non è piaciuta tanto in Centro Cadore quanto nella Val Boite. Ed è il presidente dell’Unione montana di Centro Cadore (e sindaco di Perarolo) Pier Luigi Svaluto Ferro a difendere a spada tratta il tracciato Calalzo – Cortina.
«Fermo restando che l’ultima parola spetta agli organi regionali competenti, non trovo giusto e neanche corretto che quando la discussione attorno al treno delle Dolomiti sembra volgere attorno ad un comune accordo torna in auge una voce fuori dal coro che ha il solo obiettivo di sparigliare le carte», tuona Svaluto Ferro dopo aver raccolto telefonicamente le lamentele di sindaci e rappresentanti istituzionali, «non solo dei comuni facenti dell’Unione montana di Centro Cadore ma anche quelli della vicina Val Boite».
Svaluto Ferro, a proposito del tracciato Calalzo – Cortina, dice: «Se il treno un tempo correva su questa direttrice un motivo ci sarà. La stazione ferroviaria di Calalzo in questo contesto ricopre un ruolo strategico oltre che fondamentale. L’interscambio tra la pianura e la montagna avverrebbe lì, unico luogo deputato ad una situazione di quel tipo. Sfido chiunque a dire il contrario. Spingere il treno altrove rischierebbe di far finire lo stesso su un binario morto. Bisogna ragionare con i dati alla mano e non sulla base di sentimenti campanilistici. Il treno delle Dolomiti è considerato da tutti un elemento determinante per lo sviluppo del territorio di montagna, su questo siamo d’accordo. Bisognerà però indirizzarlo su un tracciato capace di incentivare il progetto. La maggiore fruibilità sarebbe concentrata attorno alla tratta che da Calalzo raggiunge Cortina e successivamente Dobbiaco, centro nevralgico della vicina Pusteria. Altre soluzioni rischierebbero di diventare solo uno spreco di denaro pubblico».
«Strumentalizzare la vicenda per scopi che poco collimano con lo sviluppo del territorio», contesta Svaluto Ferro a Bond, «non aiuta a trovare quella soluzione che da tanti anni il Bellunese attende». —
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