Treno delle Dolomiti: Zaia e la De Berti presentano i tracciati

BELLUNO. Il Bellunese alle prese con la sfida della mobilità. Oggi, nella sede del Genio civile a Belluno, il governatore Luca Zaia presenterà i primi studi progettuali del Treno delle Dolomiti, ossia il futuro della ferrovia da qui ai prossimi vent’anni. Sempre oggi il cda di Veneto Strade prenderà in considerazione i costi della manutenzione della rete in provincia di Belluno e il 25 luglio il consiglio provinciale metterà a disposizione, col bilancio, i nove milioni di finanziamento per il 2017.
In questa settimana e nella prossima i Comuni lungo l’Alemagna, a partire da Longarone, prenderanno atto del cronoprogramma dell’Anas e quelli del Comelico dovranno pronunciarsi sull’anticipazione dei 55 milioni di Coltrondo, per altri cantieri più urgenti.
Il grande sogno che oggi Zaia lancerà sarà quello di portare i turisti in meno di tre ore da Venezia a Cortina, in treno, ovviamente elettrificato, per poi proseguire verso la Val Pusteria o più probabilmente verso Bolzano, dove nel 2026 faranno tappa le frecce europee del tunnel del Brennero.
Un cantiere da circa un miliardo e 200 milioni. Il presidente Zaia, accompagnato dall’assessore Elisa De Berti illustrerà gli studi progettuali per due ipotesi di collegamento da Calalzo a Cortina: Val Boite o Val Ansiei. «La scelta dovranno farla i territori» specifica Zaia.
Il tracciato della “Val Ansiei” prevede sette fermate a Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo, Tre Cime (Val Marzon), San Marco, Cortina. Il percorso è di 48 chilometri di cui 18 in galleria. Il tempo di percorrenza è di 70 minuti, il costo dell’opera è di 745 milioni. L’itinerario per la “Val Boite” comprende cinque fermate: Valle, Vodo, Borca, San Vito e Cortina. Lungo 33 chilometri, il tracciato ne ha 23 in galleria. 63 i minuti di percorrenza. 710 milioni il costo. Intorno a Cortina è previsto un anello ferroviario con tre fermate. Zaia non dirà oggi qual è la direzione da lui preferita, ma in questi mesi non ha mai nascosto il fascino delle Tre Cime, che per qualche minuto si possono intravvedere attraversando la Val Ansiei. Tatiana Pais Becher, che viene considerata la regina delle Tre Cime per la catena umana organizzata due volte intorno al gruppo, assicura che farà di tutto per agevolare questo itinerario; il treno attraverserebbe la foresta più tutelata d’Italia, quella di Somadida.
«È anche la nostra opzione – spiega Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano di Cadore –. Con la stazione a Cima Gogna, in poco più di due ore saremmo a Venezia. Fantastico». Qualche perplessità viene invece anticipata da Paolo Lino Fedon, sindaco di Domegge. «Ci preoccupa la ricaduta ambientale di un’opera come questa in un territorio delicato come il centro Cadore».
Fedon ne parlerà quanto prima in consiglio comunale. Franco De Bon è il primo cittadino di San Vito di Cadore. Da anni fa il pendolare ferroviario; 57 minuti da Belluno a Calalzo. «Il Treno delle Dolomiti sarà competitivo – afferma De Bon – se riuscirà a portarci a Venezia in tre ore, altrimenti l’alternativa resterà purtroppo la macchina».
In questa prospettiva, per il sindaco di San Vito l’unica soluzione praticabile è quella della Val Boite. E assicura che di questo parere sono anche i colleghi degli altri comuni. «Certo è che una linea direttissima tra Venezia, Cortina e Bolzano sarebbe un volano straordinario per il turismo, per quello sostenibile in particolare». Pierluigi Svaluto, sindaco di Perarolo, che ha già il treno sulla porta di casa, questo nuovo progetto è assolutamente da assecondare»
«Anzi – aggiunge anche nella sua veste di assessore provinciale – va dato atto all’assessore De Berti di aver rivoluzionato l’assetto ferroviario nel Bellunese. Speriamo, intanto, che arrivi quanto prima l’elettrificazione, fondamentale per accelerare la relazione con Venezia e il resto d’Italia». Svaluto, però, ha un sassolino da togliersi dalla scarpa. «La regione non poteva organizzare la presentazione del treno in Provincia, anziché dal Genio civile? La Provincia è la casa dei sindaci e Zaia ha sempre detto che il treno dovranno deciderlo proprio loro, almeno nel tracciato».
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