Treno delle Dolomiti, serve un miliardo

LONGARONE. «Presenteremo il progetto del Treno delle Dolomiti entro metà febbraio». Parola di Luca Zaia, presidente del Veneto. L’annuncio è stato dato dal governatore al vertice con Roberto Maroni, presidente della Lombardia, sulla Macroregione europea delle Alpi.
La data esatta? «Ce la darà il ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio, che vuol essere della partita», ha risposto Zaia. La sede resta quella di Cortina e l’illustrazione del progetto sarà un evento. Zaia si sbilancia anche sui costi.
«Il Treno delle Dolomiti, che parte da Venezia ed arriva a Zurigo, passando per Cortina, costerà circa un miliardo tra l’elettrificazione da Conegliano a Calalzo ed il collegamento dal Cadore alla Val Pusteria».
Zaia e Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano, stanno trattando con le Ferrovie dello Stato ma è evidente che ci sarà – ha ammesso Zaia – anche una nostra compartecipazione ed i primi fondi europei che arriveranno dalla partecipazione alla Macroregione alpina, che sarà formalmente costituita lunedì e martedì prossimi a Brdo, in Slovenia, saranno investiti proprio su questa infrastrutturazione. La firma del protocollo d’intesa slitta di circa un mese, rispetto al primo annuncio di Zaia, ma ne vale la pena.
Non sarà soltanto fra due soggetti, Zaia e Kompatscher, ma anche con il Governo e con il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi. «Questo presuppone il collegamento – specifica Roger De Menech, ieri a Longarone – tra Feltre e Primolano, quindi va a completarsi l’anello delle Dolomiti».
Parlando ieri con i giornalisti, Zaia ha informato che «l’amico Graziano (Delrio, ndr) ci crede molto». E De Menech, che è il suo luogotenente in Veneto, lo conferma. Se la nuova tratta fra Calalzo e Dobbiaco, via Cortina, sarà un cantiere di 10 anni, per i prossimi Mondiali di sci del 2021l’elettrificazione, invece, sarà una realtà. Sempre ieri lo ha confermato Zaia e lo ha detto pure Roberto Padrin, sindaco di Longarone, presente al vertice con la presidente della Provincia, Daniela Larese Filon.
«L’elettrificazione è la nostra vera scommessa», ha anticipato Padrin, perché presuppone il recupero ed il rilancio della rete esistente. «Non possiamo pretendere una linea a due binari – mete subito le mani avanti De Menech – perché i costi sarebbero proibitivi. Si pensi soltanto all’allargamento delle gallerie».
L’elettrificazione, invece, si può fare sull’esistente, magari abbassando le stesse gallerie, anziché alzandole, e quindi ricostruendole ex novo. Zaia ha detto che a Brdo ne parlerà anche alla cerimonia inaugurale della Macroregione, prendendo gli ultimi accordi con Kompatscher e Rossi. «Nello spirito europeo della Convenzione delle Alpi e, quindi, nella sostenibilità dell’ambiente, questo del treno – conclude Zaia – è il vero sfondamento a Nord, così compatibile che nessuno ci dirà di no».
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