Trecento aziende in difficoltà: mille operai a rischio

BELLUNO. I dati di Veneto lavoro sono impietosi: le richieste di cassa integrazione in deroga sono in crescita esponenziale.
Nei primi tre mesi del 2013, infatti, sono state ben 251 le aziende in crisi ad aver fatto richiesta di accesso a questo fondamentale ammortizzatore sociale. Di queste aziende, 175 sono artigiane, 14 fanno parte del settore industria, 63 del commercio-terziario: «E questi sono numeri parziali», dice Christian De Pellegrin, del dipartimento artigianato della Cgil. «Vanno aggiunte, infatti, le richieste fatte nel mese di aprile e nei primi dieci giorni di maggio: in tutto una cinquantina».
Numeri pesanti per la provincia di Belluno: «Le richieste nei primi tre mesi del 2013 riguardano 1.054 lavoratori, persone che potrebbero rimanere senza uno stipendio se il governo non dovesse rifinanziare il capitolo della cassa in deroga».
Freccia all’insù anche per il capitolo mobilità in deroga, concessa per 3-4 mesi ai lavoratori licenziati, che hanno fatto tutta la trafila della disoccupazione: «In Veneto sono a disposizione un tot di soldi per questo capitolo, soldi che sono quasi esauriti: significa che anche queste domande sono in forte aumento. E questo non è un bel segnale».
Le richieste bellunesi hanno un fabbisogno in euro di oltre 10 milioni, cifra che in Veneto tocca i 352 milioni: «Ma alla fine i milioni necessari dovrebbero essere 200, visto che alla resa dei conti non tutte le aziende utilizzano la cassa in deroga richiesta», sottolinea De Pellegrin.
Comunque sia, attualmente in Veneto ci sono risorse disponibili per 38 milioni di euro (riparto per il primo trimestre); attesi da Roma i 25 milioni del secondo riparto: «Sono soldi vitali per le aziende. Se non dovessero arrivare in tempi brevi, qualcuno potrebbe essere costretto a chiudere». De Pellegrin insiste: «Ci sono tante aziende alla canna del gas, lavoratori che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Sinceramente non oso pensare cosa potrebbe succedere se non fosse rifinanziata la cassa in deroga: sarebbe una catastrofe sociale, tutto il sistema produttivo bellunese è a rischio default. Molte persone potrebbero essere costrette a lasciare questa provincia per trovare un’occupazione».
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