Tre Cime di Lavaredo, la strada è ancora sepolta dalla neve. Il rifugista: «Lotto con il tempo per poter ripartire»

Le emozioni di Hugo Reider, storico gestore del Locatelli: «Con i colleghi sto creando un varco per portare in quota i viveri. Ogni giornata di scavo ci permette di avanzare di appena un centinaio di metri»

Gianluca De Rosa

TRE CIME DI LAVAREDO. Una marcia lenta e faticosa tra due muri di neve, in alcuni tratti alti fino a sei metri. Il racconto di Hugo Reider, storico gestore del rifugio Locatelli alle Tre Cime di Lavaredo, è un misto di sensazioni ed emozioni. Un contesto paesaggistico ai limiti dell’immaginabile, mai registrato prima all’ombra del simbolo naturale delle Dolomiti patrimonio Unesco. «Non c’è tempo da perdere», spiega, «stiamo lavorando tutti i giorni, dall’alba al tramonto, per aprire la strada che ci permetterà di raggiungere il rifugio e riaprirlo in tempo per ospitare i primi turisti della stagione estiva».

Un lavoro estenuante ed al tempo stesso pericoloso ma, come si suol dire, “qualcuno deve pur farlo”. Hugo, ci racconti la situazione sulle Tre Cime.

«Ogni anno di questi tempi ci ritroviamo, di comune accordo con i gestori dei rifugi Auronzo e Lavaredo, per stabilire le modalità di intervento sul sentiero 101, quello che dall’Auronzo porta al Locatelli. Il lavoro di pulitura del sentiero dalla neve lo abbiamo sempre fatto noi. Perché noi? Qualcuno deve pur farlo. La verità è che per noi quel sentiero è vitale. Si tratta dell’unica via percorribile (partendo dal rifugio Auronzo una volta raggiunto attraverso la strada che da Misurina sale alle Tre Cime) con i mezzi per portare in rifugio viveri e tutto ciò che serve durante la stagione estiva. Per questo ci occupiamo personalmente dell’apertura del sentiero».

Perché non raggiungete il rifugio con mezzi alternativi?

«L’elicottero costa troppo e i muli è un bel po’ che non vengono presi in considerazione come mezzi di trasporto».

Eppure quest’anno le cose stanno andando diversamente rispetto al passato.

«Abbiamo trovato un muro di neve, qualcosa di incredibile. Nell’area di forcella Lavaredo la quota raggiunge anche i cinque, sei metri. È il risultato delle tante valanghe che quotidianamente si registrano in quella zona. Nella media l’altezza della neve è di un metro e mezzo, sempre tanta. Non ci era mai capitato in passato di trovare così tanta neve a giugno».

Cosa state facendo per aprire la strada e raggiungere il rifugio Locatelli?

«Stiamo lavorando dalla mattina alla sera come matti. In quanti? In due. Sono Florian (Holzer), nostro storico collaboratore e Daniele (Vecellio Taiarezze) del rifugio Lavaredo. Bastano e avanzano loro due, anche se un gruppo di soldati dell’Esercito ci farebbero comodo. Scherzi a parte, si lavora meglio così, la parte più importante la fa l’escavatore di sei tonnellate che con una benna sfonda il muro di neve. Al mattino, dalle 6 alle 16 lo utilizza Florian, dalle 16 fino a notte passa tra le mani di Daniele. Impossibile fare di più, anche con più persone».

Non è pericoloso muoversi in quella zona?

«Abbiamo avuto tutte le rassicurazioni del caso da parte delle autorità preposte a farlo. Chiediamo costante supporto a chi si occupa di previsioni meteo e rischio valanghe».

Quando contate di riuscire a raggiungere il rifugio Locatelli?

«Il lavoro è duro, riusciamo ogni giorno ad avanzare per un centinaio di metri, non di più. Però non disperiamo. Se tutto fila liscio come speriamo contiamo entro la settimana di raggiungere il rifugio. Dal 20 giugno inizieremo a sistemare tutto in modo tale da garantire l’apertura nella data prefissata da tempo, quella del 26 giugno».

Quanto è importante in ottica turistica la rimozione della neve dal sentiero 101?

«L’apertura del sentiero serve principalmente a noi, perché senza quel sentiero non riusciremmo mai ad aprire il rifugio. I turisti ci arriverebbero anche passando sopra la neve. Non credo che tutta questa neve rappresenterà un problema a lungo. La prossima settimana le previsioni danno bel tempo e temperature in rialzo. Bastano questi due elementi per vedere la neve sciogliersi anche mezzo metro al giorno».

La neve spaventerà i turisti oppure no?

«Assolutamente no. La stagione turistica inizierà secondo i programmi stabiliti da tempo. Il 26 giugno, data di apertura, abbiamo già tutto il rifugio pieno e continuiamo a ricevere telefonate di prenotazioni. L’unico limite è rappresentato dalle disposizioni anti Covid che ci tolgono posti letto e posti a tavola ma ci adeguiamo».

Detto del rifugio Locatelli, che aprirà il 26 giugno, attesa minore per i due rifugi situati sul versante auronzano delle Tre Cime: il Lavaredo del già citato Daniele Vecellio Taiarezze aprirà i battenti nel prossimo fine settimana così come il rifugio Auronzo, di proprietà della sezione Cai di Auronzo, come peraltro annunciato proprio nei giorni scorsi dal presidente Stefano Muzzi.

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