Trasloco del Famila l’amministrazione congela la delibera

FELTRE
Stop al trasloco, il Famila deve attendere. A sorpresa, il consiglio comunale di ieri sera non si è pronunciato sulle osservazioni presentate dall’Ascom - una soltanto, ma articolata in più punti e su dieci pagine - contro la variante che consentirebbe all’ipermercato di “emigrare” nella nuova strutture in area D’Amico, già pronta. La delibera è stata ritirata in apertura di seduta. «Servono approfondimenti», ha fatto sapere l’amministrazione. E poi il vice sindaco Ennio Trento ha fornito ulteriori chiarimenti: «Nel corso del dibattito in commissione un consigliere aveva espresso dubbi sul valore dell’area, abbiamo chiesto una stima che ci è arrivata soltanto venerdì scorso e riteniamo che ora la commissione debba valutarla». Sarà dunque necessaria una nuova riunione e la partita potrebbe riaprirsi, proprio alla luce del fatto che l’amministrazione aveva ceduto, con asta pubblica, il terreno dell’area D’Amico perché vi fossero costruiti piccoli negozi, servizi e qualche appartamento, mentre l’insediamento della grande struttura di vendita non era previsto. Perché solo oggi l’amministrazione si sia posta il problema, è un mistero che potrà chiarirsi forse solo nei prossimi giorni.
Dall’opposizione si è levata anche la contestazione di Paolo Perenzin (Sinistra): «Tra le osservazioni c’era anche quella di Delaito (il proprietario della struttura della Zuecca che ospita il Famila oggi, ndr), che ha presentato un ricorso al Tar e ha chiesto di considerare quello stesso ricorso alla stregua di una osservazione. È vero che i termini erano scaduti, ma di solito siamo sempre stati di manica larga». Gli ha risposto Trento: «Di quel ricorso noi non sapevamo niente e non abbiamo ricevuto copia. Oltretutto, appunto, era fuori dai termini».
A tenere vive le polemiche sul trasloco è stato invece il sindaco (poi assente in aula) con una nota diffusa prima della seduta del consiglio. Un attacco pesantissimo contro il presidente della consulta cittadina dell’Ascom Guido Pante: «Ci ha chiesto di metterci una mano sulla coscienza e di prendere decisioni sociali», ha scritto testualmente Vaccari. «Interessante. Si dice che lui sia proprietario dell’immobile dove di recente è stata avviata una nuova attività commerciale, proprio nei pressi dell’area D’Amico. In quel caso ha messo la mano sulla coscienza o su altro oggetto personale? Ha chiesto per aprire o informato il sindaco? Non mi risulta. Abbiamo la coscienza tranquilla e sappiamo con serenità e trasparenza cosa fare solo per l’interesse della città. Non ci servono consigli da moralisti di dubbia credibilità». Un attacco personale pesante, quello del sindaco, che inevitabilmente lascerà il segno anche nei rapporti, già molto tesi, fra l’amministrazione comunale e i commercianti. (cric)
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