Trasfusioni più sicure col bracciale elettronico

In uso al San Martino potrebbe essere adottato anche in Italia con una legge Il primario del centro trasfusionale, Capelli: «Il problema però è il costo elevato»
20070401 - CRO - ROMA - MEDICINA:TROVATI ENZIMI PER CREARE SANGUE ZERO UNIVERSALE - (EMBARGO FINO ALLE ORE 19 DI OGGI 1 APRILE) - Un'immagine d'archivio del 2005, relativa a sangue e trasfusioni. Scoperti in due batteri gli enzimi capaci di convertire il sangue dei gruppi A, B, AB in gruppo ..zero, ovvero quello dei cosiddetti donatori universali perche' utilizzabile per le trasfusioni su soggetti di qualsiasi altro gruppo sanguigno. VIRGINIA FARNETI / ARCHIVIO-ANSA/BGG..
20070401 - CRO - ROMA - MEDICINA:TROVATI ENZIMI PER CREARE SANGUE ZERO UNIVERSALE - (EMBARGO FINO ALLE ORE 19 DI OGGI 1 APRILE) - Un'immagine d'archivio del 2005, relativa a sangue e trasfusioni. Scoperti in due batteri gli enzimi capaci di convertire il sangue dei gruppi A, B, AB in gruppo ..zero, ovvero quello dei cosiddetti donatori universali perche' utilizzabile per le trasfusioni su soggetti di qualsiasi altro gruppo sanguigno. VIRGINIA FARNETI / ARCHIVIO-ANSA/BGG..

BELLUNO. Errori ridotti al minimo nelle trasfusioni, al san Martino. Ma, se passerà un disegno di legge in discussione a Roma, anche in tutta Italia.

Il sistema in vigore nell'ospedale cittadino, che consente di avere qualche garanzia in più che il sangue trasfuso sia del gruppo sanguigno del ricevente e che si evitino casi come quello che ha portato alla morte dell'anziano a Grosseto, potrebbe dunque diventare buona pratica in tutta Italia. Al san Martino è in vigore il sistema del braccialetto elettronico: «La sacca di sangue si apre solo se c'è una corretta corrispondenza con il braccialetto, e quindi con il gruppo sanguigno del paziente», spiega il dirigente del reparto trasfusionale del san Martino, Stefano Capelli. «Ma prima di arrivare alla trasfusione, la sacca attraversa tutta una serie di controlli, passaggi elettronici che consentono di aumentare ancora di più la sicurezza». Che è data, precisa Capelli, dall'osservanza di procedure obbligatorie, anche se il rischio zero non esiste: lo si può ridurre, ma una minima percentuale di rischio c'è sempre.

Il braccialetto elettronico, però, permette di aumentare la sicurezza. Il problema è il costo, piuttosto elevato, che potrebbe limitarne l'utilizzo in altri ospedali, anche se c'è un disegno di legge che potrebbe renderlo obbligatorio: «Risale al Governo precedente a questo», continua il dottor Capelli, «e stiamo aspettando di capire se sarà trasformato in legge. Sarebbe la soluzione più indicata, oggi, per abbassare ulteriormente il grado di rischio, anche se è costosa. Noi riusciamo a utilizzarlo perché siamo in equilibrio economico».

Donazioni. Il servizio trasfusionale di Belluno è all'avanguardia anche per quanto riguarda le donazioni. In collaborazione con l'Abvs è da tempo attivo il servizio delle chiamate programmate: il donatore viene contattato dall'associazione quando c'è necessità del suo sangue, cioè quando le scorte iniziano a ridursi. Nell'Usl 1 di sangue ce n'è in abbondanza, tanto che viene “esportato” in altre aziende sanitarie: «Una volta soddisfatto il nostro fabbisogno interno, ci troviamo con un 40 per cento di offerta in eccedenza», segnala Capelli. «Questo sangue viene mandato dove ce n'è bisogno: Padova, dove il consumo è molto elevato per i trapianti che vengono effettuati, tanto che richiedono dodicimila sacche di sangue all'anno ad altre Usl; Roma e Cagliari, cui mandiamo un migliaio di unità all'anno, ciascuna». Suddivise per periodi: in Sardegna soprattutto in estate. Nell'isola il sangue serve perché una buona percentuale della popolazione soffre di talassemia, e necessita di trasfusioni. «In estate noi tendiamo ad aumentare la raccolta del 30 per cento per aiutare Cagliari», continua Capelli. (a.f.)

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