TRAGEDIA SULL'A27Belluno, dolore per la morte di Arianna. Lezioni interrotte al Renier

BELLUNO. Un mazzo di gigli bianchi in una classe vuota. L’anima di Arianna Saviane, la ventenne morta martedì sera sull’A27, è ancora lì, tra le mura della quarta C dell’istituto Renier che la ragazza di Cusighe frequentava. Domani a Cusighe i funerali di Arianna.
All’indomani dello schianto, restano lo smarrimento e il dolore. L’amica che era con lei, Stefania Insolia, è stata trasferita in pneumologia e adesso rischia di essere incriminata per omicidio colposo. La loro era un’amicizia profonda: le due si erano conosciute proprio al Renier, dove ieri mattina è calato il gelo.
La notizia è arrivata verso le 9 quando uno zio della ragazza ha chiamato in segreteria confermando quelle che fino a quel momento erano rimaste voci. E’ a questo punto che le compagne di classe dell’indirizzo psicopedagogico sprofondano nel dolore.
Piangono, cercano una spiegazione. Gli insegnanti tentano di consolarle, parlano, ne discutono, ma verso le 11 si capisce che è meglio lasciarle andare a casa. «Non potevamo andare avanti con quel clima», spiega la vicepreside Piera Arrigoni. «L’atmosfera era diventata troppo pesante».
Arianna era stata bocciata, ma al Renier tutti le volevano bene, a cominciare dagli insegnanti: «Era una persona educata, generosa e positiva. Una di quelle ragazze a cui è impossibile non affezionarsi. Basta guardare il sorriso», dice la vicepreside indicando l’epigrafe esposta alle porte dell’istituto magistrale, dove ieri tutti si sono fermati con aria esterrefatta.
Un pugno nello stomaco per gli studenti, i professori e tutti quei genitori che ieri - all’uscita di scuola - stavano aspettando i loro figli.
E proprio ai genitori di Arianna - Paolo e Paola - in tanti hanno rivolto un pensiero: lui, dipendente in un’azienda a Santa Giustina, lei, commessa in un panificio di via Antonio Ceccati a Belluno, sono chiusi in un dolore immenso. Arianna era la loro unica figlia.
«Una famiglia molto unita», spiega don Giulio, parroco di Cusighe. «Era una ragazza dolce e sensibile», continua il sacerdote che si prepara a celebrare i funerali domani pomeriggio alle 14, mentre questa sera alle 17,30 ci sarà un rosario in chiesa.
Restano ancora da ricostruire gli ultimi attimi prima della terribile carambola. Sequenze sulle quali si è concentrata per tutta la giornata di ieri la polizia autostradale di Treviso coordinata dal pm bellunese Massimo De Bortoli.
Non è da escludere che nei confronti della ragazza al volante, figlia di un ex poliziotto in forze a Belluno, si possa procedere per omicidio colposo. In questi casi, una procedura quasi scontata. Occorrerà capire se - oltre alla velocità - abbiano influito altri fattori esterni. Si resta in attesa, intanto, dei risultati dell’alcoltest fatto alla ragazza una volta ricoverata in ospedale. Analisi che richiedono qualche giorno.
Nel frattempo, Stefania Insolia, dopo aver trascorso la prima notte in rianimazione, è stata trasferita nel reparto di pneumologia. Le sue condizioni sono migliorate, anche se resta un forte trauma toracico.
Le due ragazze stavano rientrando da Vittorio Veneto, dove erano state a trovare alcuni amici. Lo avevano fatto già altre volte, optando per l’uscita di Belluno nord - poco distante il casello - e non per quella di Pian di Vedoia. Un tragico appuntamento con il destino dopo una giornata che doveva rimanere di divertimento e spensieratezza.
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