Traffico di armi, due in manette

Due napoletani residenti nel Feltrino sono finiti in manette, per traffico di armi e di droga. Alcune armi detenute dai due e di cui avevano denunciato il furto, sono state rinvenute a Casal di Principe, patria del clan dei Casalesi, boss della camorra
FELTRE.
Due napoletani residenti nel Feltrino sono finiti in manette, nei giorni scorsi, per traffico di armi e di droga. Una vicenda dai risvolti inquietanti visto che alcune armi detenute dai due e di cui avevano denunciato il furto, sono state rinvenute a Casal di Principe, patria dei Casalesi, boss della camorra. Si tratta di una circostanza che gli inquirenti stanno esaminando, attraverso le perizie balistiche, per capire se queste pistole possono essere riconducibili a qualche attentato.


L’operazione è stata condotta dalla squadra mobile diretta da Mauro Carisdeo e dalla direzione della polizia amministrativa e sociale della questura di Belluno. A finire in carcere sono Giuseppe Russo, 29 anni, residente nel vicentino ma fino a qualche tempo fa a Fonzaso, con le accuse di falsa denuncia di furto di porto di fucile, illecito acquisto di sei pistole (tra cui un revolver Smith&Wesson calibro 38 special, due pistole Tanfoglio, una Glock e una Beretta) e 200 cartucce, e traffico di droga (cocaina e hashish tra Feltre e Vicenza); e Gennaro Talludo, 54 anni, disoccupato, residente a Feltre, accusato di traffico di sostanze stupefacenti nel Feltrino e Lentiai.


I due vivevano in provincia da una decina di anni e Russo aveva a suo carico dei precedenti per minacce aggravate, lesioni e porto illegale di armi. Il primo si trova detenuto nel carcere di Vicenza, il secondo a Belluno. L’operazione Funerario (denominata così perché Russo aveva aperto da poco una impresa di pompe funebri) prende le mosse un anno fa quando la questura di Milano avvisa la Divisione amministrativa di Belluno, guidata da Angelo D’Ambrosio, che due napoletani, residenti nel Bellunese, a cui è stato revocato il porto di fucile, hanno acquistato armi in varie armerie a Milano e nell’hinterland. «Si tratta di armi di grosso calibro facilmente nascondibili e solitamente utilizzate per delitti e regolamenti di conti», precisa D’Ambrosio che aggiunge: «una è stata rinvenuta a Casal di Principe, patria del clan dei Casalesi».


A questo punto l’indagine vede l’intervento delle forze della squadra mobile di Belluno coordinate dal pm Simone Marcon della Procura di Belluno. Dopo una serie di intercettazioni telefoniche e pedinamenti gli agenti riescono a raggiungere Russo che, in base all’ordinanza di cutodia cautelare emessa dal gip Federico Montalto, viene arrestato il 28 ottobre scorso. Qualche giorno più tardi, il 6 novembre le manette scattano per Talluto bloccato alla stazione ferroviaria di Feltre mentre tornava da Napoli.


I due oltre alle armi gestivano anche un traffico di droga: Russo acquistava la cocaina a Napoli, Vicenza e Verona e poi in parte la smerciava al socio che la cedeva ad altri settimanalmente tra Feltre e Lentiai.

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