Tornano a splendere i capitelli di Colderù

LENTIAI. Sono tornati a splendere i capitelli di Colderù. Dopo lo sfregio scoperto lo scorso anno, i collaboratori del Gruppo Giovani Colderù, coordinati da Damiano Bof, si sono mossi per cercare l’aiuto di un noto restauratore e di un artista che hanno riportato a nuova luce il sentiero dei capitelli che sale da Lentiai a Colderù.
Un percorso realizzato negli anni Novanta dallo stesso Gruppo giovani di Colderù e che andava a integrare i due capitelli già esistenti a ridosso della frazione.
Dodici in tutto, i capitelli sono poi stati, nel 1995, affrescati da artisti di calibro come Vico Calabrò, Gina Roma, Luigi Rincicotti, Cesco Mognolato, Riccardo Schweitzer, Lino Dinetto, per citarne solo alcuni.
Il gruppo giovani ha da sempre curato il percorso pulendolo dagli arbusti e dalle piante e lasciandolo libero al passaggio di chi sale a Colderù e prendendosi cura anche dei capitelli, intervenendo nella manutenzione ordinaria degli stessi.
Lo scorso ottobre, però, alcuni abitanti della frazione lentiaiese si erano trovati di fronte a una brutta sorpresa e cioè lo sfregio di alcuni dei capitelli presenti lungo la via.
I segni dei vandalismi erano ben visibili al capitello di San Tommaso Apostolo, dipinto nel 1995 da Vico Calabrò, con due solchi all’altezza degli occhi, e al capitello di San Michele, patrono di Stabie, sulla cui ala appariva una ‘x’ intagliata sulle ali. E ancora Santa Apollonia, protettrice de sofferenti di denti, si ritrovava ‘muta’ senza bocca con al suo posto un cratere scavato nell’intonaco.
Dopo la scoperta il Gruppo giovani di Colderù si è attivato per sistemare il capitello trovando la disponibilità di un fine restauratore quale Gino Maoret e del noto artista Vico Calabrò. «Gino Maoret ha stuccato gli affreschi, tappando i buchi e le scalfitture che c’erano negli affreschi», spiega Damiano Bof, «mentre Vico Calabrò è intervenuto su tutte le opere dando nuova vita agli affreschi e alle varie immagini. Non tutti gli affreschi erano stati sfregiati», spiega Bof, «ma dopo un ventennio dalla loro creazione necessitavano di una “rinfrescata” e così è stato».
Felice anche il sindaco Armando Vello per l’importante intervento. «Sono profondamente grato a Vico Calabrò che ha eseguito i restauri insieme all’eccellente restauratore Maoret», spiega Vello, «che con molta generosità hanno messo a disposizione la loro arte e il loro tempo per rimettere a nuovo i tesori d’arte del territorio. Avremo sicuramente occasione di ringraziarli pubblicamente perché la loro generosità ha riportato in pieno splendore queste opere d’arte che sono di tutti».
Valentina Damin
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