Torna la cronoscalata da Malga Ciapela al Fedaia

Rocca Pietore, la storica gara motoristica verrà riproposta dopo quasi vent’anni Il sindaco De Bernardin: «Siamo una zona turistica, vogliamo portare gente»

ROCCA PIETORE. La cronoscalata della Marmolada tornerà a vivere, per onorare la grande passione per i motori dei bellunesi e, soprattutto, per fare da volano ad un turismo che anche ai piedi della Regina delle Dolomiti sta soffrendo. È questo l’obiettivo dell’operazione che vede alleati il team motoristico veronese Vr Racing e gli appassionati di Rocca Pietore per riproporre il 7 ed 8 luglio, dopo quasi vent’anni, la cronoscalata da Malga Ciapela a Passo Fedaia.

Una gara disputatasi con grande successo per sei edizioni e che, prima della sospensione per un tragico incidente nel 1995, aveva dimostrato di essere seconda solo al Giro d’Italia per capacità di richiamare spettatori al Fedaia.

Ora tutto è cambiato sul piano della sicurezza – hanno assicurato durante la presentazione di ieri nella sede Aci di Belluno, ospiti del presidente Gianpaolo Bottacin – il responsabile del comitato organizzatore Livio Antolini, il sindaco di Rocca Andrea De Bernardin, il suo assessore Costante Rossi e Rudy Sorarù. Ad esempio due chicane sul rettilineo abbasseranno la velocità dei concorrenti, e la partenza è stata spostata più a monte per eliminare quel primo tratto teatro dell’incidente. E su questa gara motoristica Rocca Pietore punta molto, memore non solo delle 15 mila persone che nelle prime edizioni venivano contate il giorno della gara, ma anche delle presenze alberghiere legate all’avvenimento.

«Per una zona a forte vocazione turistica come la nostra», ha detto De Bernardin, «soprattutto in un momento così delicato per l’economia, significa molto riuscire a riproporre la cronoscalata della Marmolada, sia per i due giorni di gara sia per la promozione del nostro territorio. Ci aspettiamo di ricevere delle critiche per gli aspetti ambientali che comporta una gara motoristica, ma pur potendo condividere molte posizioni ambientaliste devo ripetere che la necessità principale per una zona turistica è quella di portare gente. E io non voglio lasciare dubbi sulla volontà dell’amministrazione di sostenere il turismo».

D’altra parte i numeri, ha detto Bottacin, parlano chiaro: nel Bellunese, dove il movimento conta il record di un licenziato Csai ogni 800 abitanti grazie anche alle molte gare, le manifestazioni motoristiche valgono da sole almeno 5 mila pernottamenti.

Stefano De Barba

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi