Tormentava i vicini e prende sei mesi: niente furto di polli

Un limanese è colpevole  solo di atti persecutori mentre sono cadute  le accuse di danneggiamento e violazione di domicilio

LIMANA. Girava di notte con il passamontagna per spaventare i vicini. Faceva il segno della croce alle loro figlie piccole, accompagnandolo con uno sguardo feroce, quando le incontrava. Ma in definitiva il limanese Nevio De Bona è stato condannato a sei mesi di reclusione solo per il reato di stalking, cioè atti persecutori.

È stato assolto dal giudice Feletto per violazione di domicilio e furto aggravato perché il fatto non sussiste, e per danneggiamento in quanto è stato depenalizzato, in mancanza dell’aggravante contestata.

Durante il dibattimento, l’uomo si era difeso dalle accuse, insieme agli avvocati Triolo e Ariano: nessun segno religioso davanti alle bambine. Semmai erano le piccole a portargli rancore, su invito dei genitori: dunque nessuna minaccia di morte da parte sua. E nessuno può accusarlo nemmeno del furto di galline di razza ovaiola rossa, perché erano chiuse in un recinto, mentre le sue sono libere di scorrazzare per la campagna di Limana. La famiglia vicina di casa aveva installato un sistema di videosorveglianza e sostiene di averlo ripreso in atteggiamenti sospetti, che però De Bona respinge. Semmai, dice, è lui ad aver subito dei dispetti, come quando si era trovato dei sassi del Piave nella proprietà. Pietre che erano state usate per dei lavori edili e potevano guastargli la fresa.

Ha detto anche di non aver cercato d’investire la madre di famiglia in bicicletta: piuttosto era stata lei a pararglisi davanti. Gli vengono addebitati anche dei poco eleganti rutti ad alto volume, che però potevano essergli scappati soltanto per via della gastrite, della quale soffre. In effetti, delle accuse della Procura ha retto solo quella di atti persecutori. Assolto per tutte le altre. —

Gigi Sosso



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