Tommasi: «Siamo persone, non figurine Anche i campioni hanno momenti difficili»

Ospiti e premiati hanno dato lustro alla trentesima edizione del premio “Mauro Gorza” organizzato dalla Juventina 
Nicola Pasuch

serata a mugnai

Persone, non figurine. I valori dello sport sono stati al centro della trentesima edizione del premio Mauro Gorza, la manifestazione organizzata a Mugnai dalla Juventina per ricordare il suo giocatore tragicamente scomparso dopo un malore in campo. La serata, intitolata “Dal Vesuvio alle Dolomiti… lo sport unisce”, nel piazzale della casa parrocchiale, si è aperta con due testimonianze d’eccezione: quelle di Damiano Tommasi, ex bandiera della Roma, poi per dieci anni al vertice dell’Aic (Associazione italiana calciatori), e di don Alessio Albertini, fratello del già calciatore milanista Demetrio, responsabile ecclesiastico del Centro sportivo italiano. A fare gli onori di casa, il presidente della Juventina Gabriele Fent, assieme al deus ex machina Maurizio Zatta.

Esempi di sport

Tommasi ha ripercorso la sua carriera dagli esordi con l’Hellas al grave infortunio del 2004. «Mi ha tenuto fermo 15 mesi: non sapevo se sarei tornato a correre. La cosa più bella? Sapere che indipendentemente dal successo ci sono persone, quelle che contano veramente, che mi vogliono bene e me ne hanno voluto anche nei momenti difficili».

Tommasi fu poi il primo calciatore italiano a giocare in Cina. «In Italia non avrei mai vestito altra maglia che quella dell’Hellas o della Roma. All’inizio facevo praticamente il pendolare, Italia-Cina. Con la dirigenza abbiamo discusso fino alle 5 di mattina: non per lo stipendio, ma per mettere a contratto quante volte, e in quali giorni, potevo tornare a casa in Italia. Poi sono riuscito a convincere anche la mia famiglia a venire in Cina, superando una certa paura iniziale per la diversità: e questa credo sia stata una vittoria».

Ha poi raccontato della sua esperienza all’Aic. «Una volta un calciatore mi disse che i giocatori di un certo livello non hanno neanche il diritto di essere tristi. Non credo sia così. Ciascuno ha i suoi momenti difficili. Siamo persone, non figurine».

Coinvolgente il racconto di don Alessio Albertini. «Diventare sacerdote era la mia vocazione. Ma avevo paura che per farlo avrei dovuto smettere di giocare a pallone. Poi vidi un prete che giocava in oratorio in pantaloncini e scarpe da calcio e capii che le due cose erano compatibili. E che quella era la mia strada». Nel 1994 Albertini volò negli Usa per assistere a Italia – Brasile, finale dei mondiali. «Durante il ritorno in aereo chiesi a Demetrio cosa avesse provato a calciare quel rigore. Mi disse che in quel momento il singolo si fa carico di una responsabilità per conto di tutta la squadra. E così penso che dobbiamo fare ogni giorno. Durante il lockdown ho cercato di spiegare agli allenatori e agli educatori l’importanza di farsi trovare pronti al momento della ripartenza. Il telefono? Usiamolo non solo per comunicare l’orario degli allenamenti, ma anche per chiedere ai ragazzi come stanno».

I premiati

Il premio Mauro Gorza è andato ad Andrea Pilotti, per anni bandiera del San Giorgio Sedico «in un tempo», ha sottolineato Vittorio Ferrigno, «in cui è sempre più difficile esprimere valori di attaccamento alla maglia. Andrea ha inoltre dato prova di saper conciliare sport e lavoro». Pilotti ha ricevuto un’opera di Vico Calabrò. «Condivido questo riconoscimento con tutto l’ambiente del San Giorgio e del San Giorgio Sedico che mi ha accolto quando avevo 17 anni», ha commentato, «e lo dedico alla mia famiglia».

Il riconoscimento in ricordo di mister Roberto Gelisio è andato a Roberto Padrin. Il premio Sport e salute è stato assegnato a Guido Ciccarone (Ulss Dolomiti) e Franco Rech (Glorie Feltre e Amici di Franco e Viviana). Il riconoscimento intitolato a Mario Zanella è stato consegnato a Floris Vedana, da oltre mezzo secolo impegnato nel mondo del calcio bellunese; quello in onore di Andrea De Carli lo ha ricevuto il portiere Mattia Capraro («per me», ha commentato, «è come vincere il pallone d’oro»). Al presidente e colonna portante della Pallavolo Feltre Cristiano Strazzabosco, infine, il premio Paolo De Bacco. La serata è stata presentata da Giulia Fent ed Elena De Bacco. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi