Tollot: «Bim Gsp ha sbagliato ma non lo ammette»

BELLUNO. «Non accettiamo di essere percepiti agli occhi dell’opinione pubblica come l’impresa che vuole creare problemi e ritardi. I tecnici della società Bim Gsp hanno sbagliato e devono assumersi...

BELLUNO. «Non accettiamo di essere percepiti agli occhi dell’opinione pubblica come l’impresa che vuole creare problemi e ritardi. I tecnici della società Bim Gsp hanno sbagliato e devono assumersi le loro responsabilità».

Ermes Tollot, titolare dell’impresa Costruzioni Tollot di La Secca, interviene sul tema della realizzazione della nuova rete acquedottistica Col Coltron-Piaia. La ditta Tollot, capogruppo del Rti (Raggruppamento temporaneo di imprese) con la Pato Srl, classificatasi terza in graduatoria, ad agosto 2017 aveva presentato ricorso al Tar Veneto contro il provvedimento di aggiudicazione di Bim Gsp che conferiva, a luglio 2017, l’esecuzione dei lavori al Rti di imprese costituito dalle ditte Fontana di Belluno, Edil Costruzioni di Sedico e Anese di Concordia Sagittaria.

Qualche giorno fa, il 15 maggio, il Tar ha pronunciato la sua sentenza, stabilendo l’annullamento della gara. «Proprio qui sta il nodo cruciale», sottolinea Tollot. «Quello che noi chiedevamo con il ricorso era infatti l’annullamento dell’intera procedura. Il Bim ha affermato che il nostro ricorso è stato respinto, ma questo è falso». E per dimostrarlo Tollot mostra il testo della sentenza, in cui si leggono le motivazioni dell’azione avviata dall’impresa. La prima è di carattere tecnico: le offerte delle prime due classificate avrebbero presentato una tipologia di tubazione con caratteristiche difformi dalle prescrizioni della “lex specialis” di gara. La seconda, terza e quarta motivazione fanno invece riferimento alla violazione dei principi di legalità, trasparenza e correttezza, di buona amministrazione, del disciplinare di gara e del regolamento interno per l’affidamento dei lavori.

E se il Tar ha ritenuto infondata la prima motivazione, tutte le altre sono state accolte. Secondo la sentenza che «sono fondati il secondo e il terzo motivo di gravame, a mezzo dei quali la Tollot lamenta che la commissione di gara, dopo l’apertura delle buste, ha ritenuto di attribuire un peso (e quindi un punteggio) maggiore a taluni dei sub criteri indicati nel disciplinare, aggiungendo surrettiziamente un sub criterio riguardante il minor ricorso alle richieste di subappalto».

L’annullamento della gara è stato disposto per «inequivocabile illegittimità dell’operato della commissione di gara».

«Bim Gsp ha sbagliato ma non vuole ammetterlo», aggiunge Tollot. «I punteggi sono stati assegnati in base a criteri non previsti dalle linee guida del bando. Noi eravamo sicuri di aver presentato un buon progetto, con soluzioni tecniche e migliorie elaborate grazie anche a uno studio di Trento. Per questo, dopo l’aggiudicazione, abbiamo chiesto accesso agli atti. Per un senso di giustizia, non certo per creare problemi e ritardi». L’imprenditore, a supporto delle sue affermazioni, mostra anche il documento con cui il Tar, il 6 settembre 2017, accoglieva l’istanza cautelare contenuta nel ricorso.

«Era palese da subito che qualcosa non andava», sottolinea, «e non a caso il Tar, il 6 settembre, ha condannato Bim Gsp e Fontana Srl al pagamento in nostro favore delle spese della fase cautelare, di mille euro per ciascuna delle parti soccombenti. La stessa condanna si legge anche nella sentenza del 15 maggio 2018».

Martina Reolon

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