Toc e Acqua: Vajont immaginato e scritto dai ragazzi di scuola

Presentata la ristampa del volume che raccoglie i racconti «Gli studenti sono stati bravi, ci hanno messo il cuore»

LONGARONE. La domanda che dieci anni fa si sono fatti gli insegnati delle elementari di Longarone e Castellavazzo deve essere stata: come facciamo a raccontare del Vajont ai nostri ragazzi? E la soluzione, tanto semplice da diventare coraggiosa, è stata di lasciare che loro trovassero il modo per raccontarlo a sé stessi, e agli adulti.

Ecco come, 10 anni fa, è nata la fiaba di “Toc e Acqua”, costruita dagli alunni delle due scuole e dai loro insegnanti sotto la guida di Dino Maraga. E così la tragedia del Vajont è diventata una storia d’amore tra il principe Toc e la principessa Acqua; un amore nato grazie all’aiuto dei folletti del bosco, ma contrastato da una strega cattiva.

Ieri mattina, l’istituto Comprensivo di Longarone ha voluto ricordare la tragedia del Vajont nel suo cinquantesimo anniversario presentando la prima ristampa del libro “Toc e Acqua”.

E rinfrescando il lavoro svolto da quei bambini di 10 anni fa, che ormai sono diventati adolescenti, facendo scoprire ai bambini di oggi come è stata inventata quella fiaba. Per questo, all’interno dei corridoi della scuola, alunni e insegnanti hanno allestito una mostra che illustra le ricerche svolte dalle classi e il percorso di costruzione del libro.

«Un libro è importante quando viene stampato» ha spiegato Dino Maraga ai ragazzini delle due scuole durante la presentazione «perché è la storia di qualcuno che viene raccontata. Ma è importante anche quando viene ristampata, perché vuol dire che è una storia che è piaciuta alla gente». E così è stato, effettivamente, per “Toc e Acqua”.

«La ristampa ci è stata chiesta dalle famiglie degli alunni e dalle maestre» ha spiegato il dirigente dell’istituto comprensivo di Longarone Massimo Pisello «ma in questi anni il libro ci è stato richiesto anche nell’ambito di iniziative culturali provinciali come Lettura pensata. Un ringraziamento va alle amministrazioni di Longarone e Castellavazzo, che hanno contribuito alla ristampa, e alla Fondazione Vajont».

«I ragazzi sono stati bravissimi» hanno detto i due sindaci, Salvador e Padrin «e lo sono state anche le loro maestre a progettare questo lavoro. A tutti loro va il nostro ringraziamento, perché si vede che ci hanno messo il cuore».

D’altra parte, le fiabe hanno sempre fatto questo: offrire una prospettiva consolatoria ai grandi, e ai piccoli una via per conoscere e capire. E magari diventare protagonisti, perché in “Toc e Acqua” i folletti che aiutano quella storia d’amore sono proprio loro: i bambini.

«Voi» ha detto la maestra Anna Savi rivolgendosi ai ragazzini «siete folletti che con amore costruiranno un giorno la storia dei vostri paesi».

La mostra rimarrà aperta nel mese di novembre e dicembre dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle ore 12. Ci sarà la possibilità di effettuare visite guidate con prenotazione, telefonando al numero 0437 770209.

Michele Giacomel

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