“The Land of Venice” il marchio veneto fa sognare i bellunesi

Gli operatori appoggiano l’idea della Regione per il turismo «Ora sta a noi portare gente sulle montagne più belle»

BELLUNO. Et voilà. Luca Zaia, presidente della Regione, non fa in tempo a lanciare a Milano il marchio “Veneto – The Land of Venice” che ai piedi delle Dolomiti c’è già chi va al traino, proponendo pacchetti interessanti ai turisti in laguna: 99 euro per un viaggio organizzato di una giornata in Val di Zoldo, altrettanti a Falcade, 105 euro per il lago di Alleghe, 120 per salire sulla Marmolada, 126 per un’escursione a Cortina. “Due siti Unesco. Un’esperienza unica” propone il team di “Venezia.Dolomiti.com”. «Stiamo lavorando per aggiungerci Misurina e le Tre Cime», fa sapere il sindaco di Auronzo Tatiana Pais Becher, che proprio domani battezzerà a Misurina un cartellone Unesco.

«Venezia è conosciuta in tutto il mondo e, quindi, la Regione fa bene a promuovere la “terra di Venezia”», riconosce Renzo Minella, dirigente di Dmo. «Sta a noi riempire di contenuti questo straordinario contenitore. Se è vero che la città di mare unica al mondo scoppia di presenze, le montagne uniche al mondo che sono le Dolomiti sono già pronte a ricevere questi ospiti».

Si diceva dei pacchetti di Venice.Dolomiti: giapponesi, inglesi, austrialiani, israeliani e americani si sono già affacciati, numerosi, per una giornata sui monti pallidi, decidendo, a loro dire, di ritornare.

«Venezia, per esempio, è invasa dai cinesi, ma», segnala Roberta Alverà, presidente degli albergatori di Cortina, «ancora non se ne vedono in faccia alle Tofane o al Cristallo. Ecco che “The land of Venice” potrebbe essere un provvidenziale traino. Se poi aggiungiamo l’Unesco e i Mondiali di sci potremmo fare davvero bingo. E, si badi, con un turismo di qualità».

Gli stranieri, peraltro, hanno già cominciato a palesarsi. Non solo i russi a Cortina (ormai da anni). «Ma perfino gli israeliani ad Auronzo e Misurina», fanno sapere il sindaco Pais Becher e Aldo Corte Metto, l’anima del consorzio turistico, «insieme agli sciatori dell’Est europeo, che conoscevamo solo come escursionisti estivi». Non mancano i francesi, gli olandesi, oltre a quelli dell’area tedesca. «Dovremmo presto verificare», aggiunge Roberto Padrin, presidente della Provincia, «come sarà possibile declinare in chiave dolomitica il brand “The land of Venice”. Che sicuramente è attrattivo, ma rischierebbe di essere controproducente se continuasse ad affollare in misura ancora maggiore la sola laguna».

Nei prossimi giorni Minella e altri operatori dell’area dolomitica saranno a Venezia per parlarne con il sindaco Luigi Brugnaro e la Regione. Un ruolo di coordinamento lo avrà Dmo, che può già contare su un primo stanziamento, di cinque milioni di euro, da parte del Fondo dei Comuni di confine.

«Abbiamo le indicazioni progettuali di Eurac da implementare», precisa Minella, «e, al riguardo, aspettiamo il coordinatore che arriverà dall’ormai prossimo bando».

E sarà proprio il coordinatore a cercare, tra l’altro, ogni opportunità di ulteriori stanziamenti. «È evidente che nei mercati internazionali “Veneto. The land of Venice” dovrà promuovere, puntualmente, le Dolomiti accanto al Garda, alle città d’arte e al colline del prosecco», conclude Minella. «Andare in modo sparpagliato, in Cina piuttosto che in altri mercati, è controproducente».

E, a tal proposito, Osvaldo Finazzer, albergatore sul Pordoi, non manca d’introdurre uno spillo di polemica. «Tutto bene. La risposta sarà positiva, come io stesso ho l’opportunità di sperimentare da anni proprio con i turisti di Venezia. Ma il Veneto stoppi preventivamente messaggi controproducenti come quelli della chiusura estiva dei passi dolomitici».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi