Terremoto, trema anche il Bellunese: forte scossa senza danni

Nella notte di sabato una forte scossa di terremoto di magnitudo 4.5 è stata avvertita dalla popolazione. Epicentro tra Claut e Chies d'Alpago. In molti sono scesi in strada. Non si registrano danni rilevanti: controlli statici sugli edifici di San Martino d'Alpago

BELLUNO. Una forte scossa di terremoto è stata avvertita nel Bellunese alle 4.04 di sabato. Il sisma ha avuto una magnitudo di 4.5 gradi della scala Richeter e l'epicentro è stato localizzato tra Claut (nel Pordenonese) e Chies d' Alpago. 

Una scossa che ha svegliato molti nel sonno. Diverse persone spavantate sono scese in strada. I Vigili del fuoco hanno ricevuto decine di chiamate, ma tutte di richiesta d'informazioni. Non si registra infatti, al momento, nessun danno significativo a persone o cose. Il sisma è stato sentito anche in Friuli e in gran parte del Veneto.

Gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno giudicato la scossa non correlata a quelle che ormai da diversi giorni colpiscono l'Emilia.

Gli ultimi aggiornamenti della situazione nel Bellunese.

Ore 18.00. Lievissima scossa registrata dal Centro sismologico. Il centro sismologico di Udine ha registrato una scossa nel pomeriggio di magnitudo 1.5 con epicentro ai confini tra le province di Belluno e Pordenone, con epicentro nel territorio di Chies d'Alpago. La scossa non è stata avvertita dalla popolazione, perché troppo lieve. Ma non è sfuggita ai sismografi. Non viene però registrata e comunicata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che monitora solo i terremoto di magnitudo superiore a 2.0.

Ore 15.00. Nessuna replica finora al terremoto di stanotte.  È rimasta finora una scossa isolata, quella di magnitudo 4.5 avvenuta alle 4:04. «È stato un terremoto singolo, del quale finora non si sono registrate repliche», ha detto il funzionario di sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Francesco Mele. La faglia che si è attivata si trova a circa 10 chilometri dal sistema di faglie alla base delle Alpi e a circa 50 chilometri a Ovest della faglia responsabile del terremoto del 1976 in Friuli. Complessivamente quella colpita dal terremoto oggi «è un’area soggetta a terremoti», ha osservato il sismologo. «Oggi - ha aggiunto - è colpita da piccole sequenze sismiche, ma in passato sono avvenuti terremoti importanti».

sssOre 12.00. Vertice in prefettura con i sindaci. E' iniziata alle 12 una riunione in prefettura con i sindaci dell'Alpago, di Ponte, Longarone e Belluno (questi ultimi tre sono stati invitati) per fare il punto della situazione in relazione all'evento di questa mattina.

Dal punto di vista dei danni,  in Alpago la scossa ha fatto venire giù la copertura di un comignolo nel comune di Chies, mentre a Belluno una signora si è fatta visitare al pronto soccorso perchè aveva male a una spalla: scappando di casa è scivolata per le scale. i vigil del fuoco hanno fatto verifiche per qualche fessura-crepa in case private, ma non è emerso nessun danno rilevante.

Ore 11.00. Protezione civile in Veneto: "Stato d'allerta". In Veneto c’è uno stato d’attenzione per la zona dell’Alpago, scossa da un terremoto stanotte alle 4.04. A spiegarlo il dirigente della Protezione Civile, Roberto Tonellato, secondo cui il sisma «non ha caratteristiche di gravità ma che è comunque un segnale da tenere sotto controllo». Da quanto si apprende, la scossa è stata percepita nitidamente in 30 comuni tra le province di
Treviso e Belluno. «È evidente - conclude Tonellato - che c’è uno stato di attenzione in quell’area che ha una riconosciuta sismicità». Proprio ieri il presidente della Regione, Luca Zaia, aveva espresso preoccupazione. «Poc’anzi ho parlato con Franco Gabrielli e c’è preoccupazione per queste tre faglie e per le rotture sotterranee che ci sono», aveva detto ieri. «Il Veneto è ai limiti geografici di quello che sta accadendo nel sottosuolo quindi siamo in uno stato di massima allerta e proprio per questo motivo lunedì incontrerò i comuni terremotati, che sono quelli del decreto, ma voglio anche dire che siamo in uno stato di massima allerta anche con la protezione civile per qualsiasi evenienza», aveva poi sottolineato il Governatore.

Ore 10.00. Sisma slegato da scosse in Emilia. Secondo gli esperti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia il terremoto non è in relazione con le scosse degli ultimi giorni in Emilia. Il terremoto nel Bellunese è avvenuto a 7,1 chilometri di profondità e al momento non si sono registrate repliche importanti, ossia di magnitudo superiore a 2,5. «I terremoti in Emilia e nelle Prealpi Venere non sono in stretta relazione fra loro, anche se rispondono alla stessa dinamica generale», osserva la sismologa Lucia Margheriti, dalla sala sismica dell’Ingv. La dinamica generale riguarda il movimento della placca Adriatica, che costituisce la punta più settentrionale della placca Africana, allungata come una sorta di lingua che comprende la costa orientale dell’Italia e l’Adriatico. In questo movimento generale la placca Africana «spinge verso Nord, contro la placca Eurasiatica, e in questo movimento la placca Adriatica scende sotto le Alpi». Come i sismi di maggio in Emilia, anche questo terremoto è quindi di tipo compressivo. Vale a dire che l’energia accumulata costringe una delle due placche (in questo caso quella Africana) a piegarsi, inclinandosi verso il basso, e ad infilarsi sotto la placca Eurasiatica. Questo movimento generale può generare terremoti che fra loro sono indipendenti a causa della grande complessità della struttura geologica dell’area. Per questo motivo, spiega la sismologa, tra i terremoti che avvengono in questa zona «non c’è un legame di causa-effetto».

L’area delle Prealpi Venete era tranquilla da un periodo non lunghissimo. L’ultimo terremoto avvenuto nel bellunese risale infatti all’ottobre 1936 ed era stato un sisma di magnitudo 5,9 avvenuto fra Treviso, Belluno e Pordenone.

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