Terremoto. Sorpresi dalla scossa a 70 metri da terra, terrore fra i vigili

La squadra dei distaccamenti di Belluno stava intervenendo sulla torre campanaria quando la struttura ha oscillato

BELLUNO. «Sembrava viva quella torre campanaria: all’improvviso ho visto che le crepe si allargavano e si restringevano, i pezzi venivano giù e noi eravamo nel cestello, stavamo andando a imbracarla e puntellarla».

Ore 9 del mattino, torre campanaria della chiesa di Sant’Antonio a Ficarolo in provincia di Rovigo: a settanta metri da terra, nel cestello che viene tirato su ci sono quattro vigili del fuoco, tre di Belluno e uno rodigino. Quattro miracolati: il terremoto, la scossa di ieri, li coglie mentre vengono tirati su sulla struttura già in parte crollata e che loro devono andare a puntellare, fasciare, centinare. Nulla di tutto questo potranno fare: è anche tanto aver portato a terra la pelle.

Il capo distaccamento dei vigili di Cortina Pierantonio Fardin avverte qualcosa di strano: «Il cestello oscillava, ma in maniera anomala: pensavamo al vento. Poi ho volto lo sguardo sulla torre campanaria e ho visto che anche la sommità faceva lo stesso scherzo... Certo ne abbiamo presa», racconta.

Le squadre dei vigili del fuoco di Belluno erano partite già lunedì alla volta di Ficarolo e Poggio Renatico. A Ficarolo bisognava mettere in sicurezza in primis la torre campanaria: «Ieri la stavamo sistemando, stavamo entrando per metterla in sicurezza: eravamo ancora nel cestello, a un metro e mezzo dal campanile e in quel momento ha cominciato a muoversi in maniera anomala», racconta Fardin, «pensavamo che fosse il vento a muoverci il cestello, non al terremoto. Poi abbiamo visto la torre e la parte alta che si comportava in maniera stranissima: si alzava e abbassava, le crepe si allargavano e chiudevano, era tutto in movimento, sembrava viva. Abbiamo capito e abbiamo pensato di toglierci perchè cadevano pezzi: sembrava ci venisse contro, la cima era veramente viva. È andata bene, una volta a terra abbiamo evacuato la zona, perchè era pericoloso. Abbiamo controllato scuole e asili, case di riposo e tutta la zona interessata dalla possibile caduta di quel che resta della struttura. È stata un'esperienza da non ripetere, spero di non ripeterla più: se invece di star fermo veniva giù, non avevamo scampo».

La torre della chiesa è rimasta su dopo queste oscillazioni paurose, nonostante dei pezzi di pietra e di struttura siano collassati all’interno. Per le squadre bellunesi a Ficarolo la mattina è continuata nel normale lavoro di verifica dei danni provocati dalle ulteriori scosse che si sono susseguite: «Abbiamo fatto verifiche statiche nei paesi: il grosso è stato fatto, ci sono pochi aggravi ulteriori nella nostra zona, negli altri paesi non so. La scossa ha fatto cadere pezzi dalla chiesa e i problemi sono aumentati».

Nella fabbrica Haematronic di Medolla (Modena) altri vigili del fuoco bellunesi cercano gli operai morti sotto il collasso del capannone. «Abbiamo lavorato finora con gli escavatori» spiega Franco Magrin, il funzionario del distaccamento di Belluno che ieri ha raggiunto l’Emilia, «È stato trovato un operaio poco fa, ma era talmente sotto da dover usare la gru. Gli altri li cerchiamo (li troveranno nella notte, ndr): ogni tanto ci fermiamo e facciamo lavorare i cani, i cinofili. Lavoreremo anche di notte: qui la fabbrica è venuta giù come un castello di carte: c’è stato un cedimento strutturale. Ne avremo ancora per due giorni: è immenso e completamente raso al suolo. Dobbiamo spostare pezzi di calcestruzzo da 30 quintali».

Ieri sono partiti altri cinque vigili del fuoco e due unità cinofile dei pompieri bellunesi. Altre due unità cinofile da macerie le ha inviate il Soccorso alpino: Flash, della II Delegazione Dolomiti Bellunesi, e Jack, della I Delegazione Friuli, guidati dai loro conduttori hanno già raggiunto le zone di Cavezzo e Mirandola e sono a disposizione delle autorità competenti. Sul posto anche il Centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino bellunese.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi