Terremoto, Istituto agrario in prima fila

FELTRE. C'è la solidarietà in chiesa, in casa e in Comune, ma per fortuna anche in classe. Grazie alla prontezza di un docente dell'istituto agrario di Vellai e alla sensibilità di decine di studenti, prima di Natale sono stati raccolti grossi sacchi pieni di aiuti da mandare ai terremotati del centro Italia. Il progetto, chiamato non a caso “Norcia”, è stato proposto da Attilio Bellumat, prof di religione della scuola professionale, dopo essere stato in camper sui luoghi terremotati durante il ponte dell'8 dicembre, dove è andato per accompagnare la moglie a consegnare il primo carico di prime necessità raccolto dalla donna nel Feltrino.
«Ho lanciato l'appello a tutto l'istituto e hanno risposto davvero in tanti», racconta l'insegnante, «alla raccolta di cibo e beni di prima necessità hanno partecipato anche il dirigente, altri docenti, il personale Ata e le segretarie». Ci sono stati perfino due studenti di seconda che, non contenti di quello che erano riusciti a raccogliere in famiglia, hanno suonato casa per casa nei quartieri dove abitano per raccogliere altri materiali con cui riempire i cartoni da spedire a Norcia. «Hanno dimostrato una grossa sensibilità e l'hanno condivisa con altri amici che, diversamente da loro, non sapevano a chi rivolgersi per fare le loro donazioni», precisa Bellumat, che se li è trovati sulla porta di casa il 27 dicembre con in braccio il bottino raccolto. Alla fine è saltato fuori un bancale carico di alimenti, arricchito dai doni del gruppo di preghiera “Montfort” di Belluno, dalla Sportful e da Lattebusche, che è stato portato già a fine anno.
«Qualche giorno fa ci è arrivato il ringraziamento dei volontari di Norcia, che ci hanno fatto inviato una lettera carica di riconoscenza accompagnata da qualche bella foto».
L'unico consiglio che il prof si sente di dare è di «non donare più vestiti, ma piuttosto di informarsi con noi o altri gruppi attivi sulle vere necessità che hanno queste persone. La situazione è di vera difficoltà, in particolare per quelli che vivevano all'interno delle mura di Norcia. Tutte le case sono state dichiarate inagibili, i proprietari possono rientrare solo per pochi minuti per raccogliere quel che è rimasto sotto le macerie. Abbiamo incontrato persone disorientate, che vivono un disagio esistenziale incredibile. Privi dei punti di riferimento, non sanno a chi chiedere aiuto. Il sindaco è introvabile e la Protezione civile, che opera a singhiozzo, sembra non avere una logistica a monte. Gli unici che procedono a passo sicuro sono i militari».
Al suo fianco si schiera anche il dirigente Ezio Busetto, che ha già scoperto esservi «un istituto tecnico agrario in Valnerina, a Sant'Anatolia di Narco, con cui vorremo metterci in contatto. Abbiamo tante idee, dalla visita studio all'ospitalità di qualche studente qui da noi fino alla borsa di studio». Qualcos'altro, entro breve, si muoverà.
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