Terremoto in Emilia, vigili del fuoco e Ana subito in prima linea

Dal comando provinciale sono partiti 17 pompieri delle squadre scelte Il comandante: «Staremo lì a lungo». Gli alpini stanno allestendo le tendopoli

BELLUNO. Vigili del fuoco, volontari dei gruppi Ana, soccorso alpino. La macchina bellunese dei soccorsi si è subito messa in moto: sono ormai alcune decine le persone partite dalla provincia per portare soccorso ai terremotati dell’Emilia.

Dopo la grande paura di martedì, ieri nel Bellunese tutto è tornato alla normalità: le lezioni nelle scuole si sono svolte regolarmente, anche se verso le 8 una leggera scossa di terremoto è stata segnalata dal sismografo installato nell’istituto Follador di Agordo. Alla stessa ora a San Felice sul Panaro si registrava una scossa di 3.2 di magnitudo. Insomma, lo sciame sismico non è finito, e le necessità dei tanti sfollati si fanno impellenti. Ed è per questo che i tre vigili del fuoco bellunesi del Saf (gruppo speleoalpino fluviale) operanti a Ficarolo, ieri sono tornati sul campanile per metterlo in sicurezza.

I vigili del fuoco. Attualmente in Emilia ci sono i tre Saf impegnati nel Rodigino a Ficarolo, a cui si uniranno prossimamente altre unità di esperti in queste tecniche. A questi si aggiungono due unità cinofile a Mirandola, dove è arrivato anche il funzionario Franco Magrin, insieme a sette unità Gos (Gruppo operativo speciale), esperti in movimento terra. Ci sono, inoltre, cinque unità di puntellatori, per la messa in sicurezza di edifici. «Questi ultimi fanno parte di un gruppo che rientra in un progetto europeo chiamato “Doctor House”, una task force pronta a intervenire in ogni parte del mondo», spiega con un pizzico di orgoglio il comandante provinciale Mauro Luongo. Della task force fanno parte ben otto bellunesi.

«La situazione è drammatica laggiù», commenta Luongo, «da fare ce n’è molto, anche perché con la scossa di martedì lo scenario di intervento si è allargato notevolmente. Il lavoro per i prossimi mesi sarà molto impegnativo e richiederà l’intervento di molte persone. I prossimi cambi avverranno la settimana prossima, anche se sicuramente si chiederà uno sforzo numerico più cospicuo al nostro corpo».

I gruppi Ana. Oltre ai vigili del fuoco, in Emilia sono già arrivati anche i volontari dell’Ana di Belluno e Feltre, mentre l’Ana Cadore è allertata per un’eventuale partenza.

I primi alpini di Belluno sono partiti domenica 20 maggio: dieci persone sono andate a Finale Emilia per allestire la tendopoli, poi domenica scorsa ne sono partite altre quindici alla volta di Cento (Ferrara), dove sarà allestito un campo sfollati; altri 12 partiranno domenica prossima per il cambio. Tutti sono coordinati da Ivo Gasperin dell’Ana di Belluno.

Per quanto riguarda l’Ana di Feltre, cinque alpini sono partiti per San Felice sul Panaro ancora il 20 maggio, quando c’è stata la prima scossa di terremoto, altri diciotto sono arrivati martedì sempre a Cento, con cinque mezzi, per allestire il campo tendato. «Il nostro servizio durerà molto», dice il presidente feltrino, Carlo Balestra, «viste le condizioni in Emilia, anche se questi episodi dovrebbero far riflettere sul bisogno di intervento sul territorio, oltre alla messa in sicurezza dello stesso per prevenire certi episodi».

Manifestazione rinviata. Intanto, anche la manifestazione sindacale unitaria prevista per sabato a Roma contro la riforma del lavoro è stata rinviata al 16 giugno. «È una scelta necessaria per rispetto ai morti e alla situazione in Emilia. Ma terremo ugualmente alta la guardia col governo», commenta Ludovico Bellini, segretario Cgil.

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