Terremoto a Kyoto, feltrina illesa

SOVRAMONTE. C’è anche una feltrina, rimasta fortunatamente illesa, tra le persone che hanno vissuto con non poca paura le forti scosse di terremoto che hanno colpito il Giappone (con epicentro a Osaka) nelle ultime quarantott’ore. È Nicole Minazzato, studentessa ventiduenne di Sovramonte che da alcune settimane si trova a Kyoto per un progetto universitario.
Nicole studia lingua e cultura giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia ed è in Giappone, dove frequenta la St. Agnes University, grazie al progetto Tanki Ryugaku, una sorta di Erasmus della durata di tre mesi. Lunedì mattina, quando si è avvertita la prima forte scossa di terremoto, la studentessa bellunese si trovava nella sua stanza. «Ero in camera, in un dormitorio dove abbiamo stanze singole, mi ero alzata da poco e stavo per andare a fare colazione» racconta Nicole, «quando tutto ha cominciato a tremare. Era il mio primo terremoto e lì per lì non ho subito capito cosa stesse succedendo, ma continuava a tremare tutto e quando ho capito non sapevo cosa fare. Ero letteralmente pietrificata, ero proprio impreparata. Poi sono uscita e ho visto le mie amiche che mi hanno rassicurata».
Il sisma, per fortuna, non ha causato danni significativi, a Kyoto, ma la paura è stata tanta. «Di danni, qui a Kyoto, non ce ne sono stati: incredibile. Ce ne sono stati un po’ a Osaka, l’epicentro, e lì si sono registrati anche tre morti e dei feriti», continua la studentessa di Sovramonte, «ma, in ogni caso, i danni agli edifici sono pochi anche lì. Qui hanno sospeso i treni per un po’, ma anche i servizi sono subito ripresi. In realtà qui a Kyoto eravamo un po’ impreparati perché solitamente i terremoti non si sentono. Se a Tokyo ce ne sono ogni settimana, anche se leggeri, qui a Kyoto e Osaka sono più rari. E, per giunta, questo è stato proprio forte».
Alla scossa più violenta (quella che ha superato i sei gradi di magnitudo) ne sono seguite delle altre, meno intense. «Questa notte», conclude, «ci sono state altre due scosse, ma di minore intensità, e adesso ne aspettiamo altre. L’importante è stare attenti a quello che potrebbe cadere, come le insegne o i segnali stradali».
Nicola Pasuch
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