Tentano la spaccata al Veneggia ma la cassaforte resiste ai ladri

BELLUNO. La cassaforte resiste, il colpo fallisce. Una banda di kosovari aveva pensato a tutto: non solo agli attrezzi da scasso, ma anche a un carrellino con il quale trasportare il forziere di Pittarello all’esterno del centro commerciale Veneggia. Conteneva più di 45 mila euro in contanti e sarebbe stato un gran colpo. Ma è andata storta e uno dei ladri, Besnik Cimilji è stato individuato dai carabinieri (è difeso dall’avvocato Valentina Mazzucco), perché durante il tentativo di rimuoverlo si è ferito. Ha lasciato delle tracce di sangue, che sono state repertate e inviate al Ris di Parma.
Gli specialisti hanno saputo stabilire che questa e altre tracce biologiche erano già stata trovate sui teatri di altri furti o rapine e sono arrivati a Cimilji. Gli altri presunti colpevoli sono rimasti, al momento, ignoti e ci vorrebbe una confessione da parte dell’imputato, che per adesso non c’è stata. Le indagini sono in corso e non si escludono sviluppi interessanti per l’accusa di tentato furto aggravato. La banda ha colpito nella notte tra il 29 e il 30 dicembre di cinque anni fa. Era il momento dei regali di Natale e dei preparativi per la notte di San Silvestro e i ladri pensavano a ragione di fare un bel bottino. Il piano non era niente male. Tanto per cominciare, alle 2 hanno fatto suonare l’allarme del centro commerciale, facendo intervenire i vigilantes e, al loro arrivo, ne hanno approfittato per entrare nella galleria al primo piano. Devono essere riusciti a nascondersi bene, se è vero che nessuno si è accorto della loro presenza.
Una volta all’interno hanno potuto prendersela comoda. L’attesa è durata fino alle 5, quando è comparso un arsenale di attrezzi da scasso: piede di porco, martelli e cacciaviti. Hanno fatto la classica spaccata sulla vetrina del negozio di scarpe e non ci hanno messo molto a capire che la cassaforte era sotto il bancone principale. Le hanno provate tutte per scardinarla, ma quel contenitore blindato ha fatto il suo mestiere e sembrava quasi che non volesse andarsene da dove era stato collocato.
Uno dei ladri si è ferito e ha cercato di medicarsi con delle garze che risolveranno, almeno parzialmente, il caso.
La fuga a mani vuote è stata velocissima, perché intanto un altro allarme si era messo a suonare, ma per uno dei tre è finita abbastanza presto: il tempo delle analisi di laboratorio. Appuntamento in aula per il 17 aprile. —
Gigi Sosso
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