Telefonate dopo la condanna: arrestato

Lo stalker di Forno ha continuato a contattare la “vittima” nei giorni seguenti la sentenza. Il gip ha ordinato il carcere
Di Cristina Contento
carabinieri di Belluno
carabinieri di Belluno

BELLUNO. Arrestato lo stalker della farmacista. Lo zoldano ha continuato a telefonare alla sua “vittima” nonostante fosse stato condannato, solo la settimana scorsa, a tre anni e 20 mila euro di risarcimento. E nonostante il giudice avesse prorogato il divieto di avvicinamento o di contatto con la donna.

Così, G.E.T., 53 anni, di Forno di Zoldo è finito in carcere venerdì e questa volta su ordine di custodia cautelare firmato dal giudice per le indagini preliminari, dopo la richiesta del pubblico ministero Simone Marcon, che aveva seguito il caso in precedenza.

Alla base dell’ordine di custodia in carcere, proprio la violazione del provvedimento del giudice del Tribunale.

La sentenza di primo grado, del 22 aprile, era pesante, ma a quanto pare non è bastata: tre anni di condanna e 20 mila euro di risarcimento alla vittima. Con l’obbligo a non avere contatti con la donna.

Due o tre giorni dopo il verdetto,G.E.T. ha ricominciato con le telefonate: una, due, tre e sono ripartite le segnalazioni da parte della vittima e del suo difensore, l’avvocato Innocenzo Megali.

La procura ha evidentemente chiesto l’arresto del 53enne per evitare ulteriori ripercussioni e il gip ha emesso il relativo ordine di custodia cautelare per la violazione del provvedimento del giudice, che aveva prorogato la misura in vigore nel periodo antecedente il dibattimento. Il divieto di contattare la persona offesa con qualsiasi modalità era stato prorogato fino a ottobre di quest’anno, ma è evidente che il termine non ha retto alla “fissa” dello stalker. «Le telefonate non sono di ieri, ma di due o tre giorni dopo la sentenza della scorsa settimana», ha spiegato il difensore della parte offesa. Contatti sull’utenza fissa della donna, che ha fatto scattare la segnalazione alla magistratura. «Ci siamo mossi secondo legge e con le cautele necessarie. La persona offesa ha chiaramente un certo timore della sua incolumità e se c’è un fattore di pericolo lo segnala».

In questo caso, poi, una misura imposta dal giudice non è stata rispettata e la violazione viene a poca distanza da una sentenza di condanna per il reato di stalking (in aula il 53enne era difeso dall’avvocato Francesco De Bona).

L’uomo è a Baldenich, la misura è stata eseguita dai carabinieri di Forno: per lui si attende la data dell’interrogatorio di garanzia.

Comportamenti persecutori nei confronti delle donne, che spesso sfociano in qualcosa di più orribile, come le cronache in questi giorni ci hanno purtroppo riportato, con fatti avvenuti in altre zone italiane. In paese la cosa ha ridestato l’attenzione da parte della gente, anche perchè il 53enne è conosciuto, essendo parente di una personalità pubblica e lavoratore di un ufficio postale. Invita a guardare le cose con calma il sindaco di Forno di Zoldo, Camillo De Pellegrin, che si dice dispiaciuto per quanto accaduto alla vittima, ma anche all’uomo «che in questa fase difficile della sua vita va seguito in un certo modo. Mi dispiace per la persona e per la famiglia, spero che questo provvedimento vada nella direzione giusta rispetto ai possibili problemi personali che la persona ha e nel rispetto della persona che invece ha subito questa situazione. Forse c’è bisogno di un’attenzione diversa da quella che può dare il carcere, forse c’è bisogno di cure».

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