Tatiana, un atelier fatto in casa nel cuore delle Dolomiti

In un angolo della sua abitazione di Santo Stefano di Cadore ha allestito il laboratorio «A Milano non trovavo lavoro così ho deciso di tornare. Finalmente le vendite on line decollano» 

SANTO STEFANO DI CADORE

C’è chi nel mondo della moda e della sartoria si è riorganizzato producendo mascherine di ogni colore e tessuto, ma anche chi ha preferito continuare a sperimentare nel proprio laboratorio, in attesa di tornare a lavorare a pieno regime dopo le promettenti ordinazioni e le vendite del pre-emergenza.

È il caso della giovane Tatiana De Candido, 26 anni di Santo Stefano di Cadore, che poco prima dell’arrivo del coronavirus stava valutando di acquistare la porzione di uno stabile in paese per trasformarlo nel suo piccolo atelier sartoriale nel cuore del Comelico, sogno che ha dovuto accantonare in attesa di tempi migliori.

Mentre ancora studiava all’istituto tecnico-commerciale, Tatiana era attraversata da una triplice aspirazione: fare la mediatrice culturale, l’avvocata o la sarta. Le ci sono voluti quasi due anni dopo il diploma per capire che la sua strada sarebbe stata quella di modellare i materiali per farne pezzi unici, da tagliare e cucire secondo i gusti propri e dei clienti.

Così, dopo aver fatto la ragazza alla pari in Francia e aver vissuto a Londra per qualche mese, la giovane è tornata in Italia per iscriversi all’istituto di moda Burgo di Milano, fra le scuole più prestigiose in Italia nel settore.

«Ho iniziato a ottobre del 2015, seguendo sartoria e modellismo, che è un po’ come unire ingegneria, architettura e geometria dell’abito, per finire nel 2017. Mi è piaciuto tantissimo, il problema però è che non ho trovato lavoro», ammette con rammarico, «così ho dovuto abbandonare la città e tornare a casa».

Pronta ad aiutarla la sua famiglia, in prima linea il padre Lorenzo che è apicoltore ma anche falegname e che l’ha aiutata a costruire il laboratorio in un angolo della loro casa. Anche per questo l’avventura imprenditoriale di Tatiana porta il nome di “Bottega Matàn”, «un omaggio alla mia famiglia che è sempre stata un po’ matta», racconta con il sorriso.

In questo periodo la giovane sarta di Santo Stefano sta immaginando quello che sarà il suo laboratorio professionale con negozio annesso.

Le distanze da tutto il resto della mondo vengono colmate anche con lo shopping online, che Tatiana riesce a veicolare bene attraverso un’accurata attività di promozione tramite i social network.

«Diventa quasi un secondo lavoro se fatto come si deve, ho dovuto sforzarmi molto all’inizio perché mi vergognavo a mostrare ogni minima cosa, poi ho visto i risultati e da Natale ho avuto un boom improvviso di contatti che mi ha fatto iniziare a lavorare molto bene».

La voce sulla sua bravura si è sparsa in fretta, non soltanto online ma anche in paese: «Ho voglia di stare a lavorare qui anche per l’entusiasmo con cui sono stata accolta con la mia attività».

Tra i suoi lavori ci sono anche delle nuovissime pochette. Tatiana fa cose su commissione ma anche in taglia, ma viste le limitazioni è ancora difficile realizzare pezzi su misura, anche perché il bello di questo lavoro è proprio il contatto con il cliente. —


 

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