Tangenti Mose, Galan patteggia e va ai domiciliari

VENEZIA. Via libera agli arresti domiciliari per Giancarlo Galan, che è stato scarcerato. L'ok all'accordo per il patteggiamento tra legali della difesa dell'ex governatore e procura è arrivato dal gip di Venezia Giuliana Galasso, che in mattinata ha firmato il provvedimento di scarcerazione. Ad attendere Galan fuori dal carcere di Opera (nel Milanese) c'è la moglie Sandra Persegato, che lo accompagnerà nella villa di Cinto Euganeo.
Tornato a casa poco prima delle 17. E' tornato nella sua villa di Cinto Euganeo a bordo di un Suv bianco, seguito da un'altra macchina con a bordo la moglie Sandra Persegato, Giancarlo Galan, scarcerato dopo il patteggiamento e il via libera del gip di Venezia.
Il suv è giunto poco prima delle 17. Galan si trovava sul sedile anteriore, a fianco dell'autista. La moglie ha nascosto il volto con la mano per evitare i flash dei numerosi fotografi che assiepavano il recinto della villa. L'ex ministro non ha rilasciato dichiarazioni. Da una finestra si è percepito che Galan dopo l'ingresso a casa ha abbracciato lungamente la figlia e salutato il suo labrador che lo attendeva oltre la soglia.
Gli avvocati di Galan: "Accettato l'inaccettabile per evitare il carcere". Giancarlo Galan «ha accettato l’inaccettabile perchè non ce la faceva più a rimanere imprigionato». A sottolinearlo il collegio difensivo dell’ex presidente della Regione Veneto, composto dagli avvocati Franchini e Ghedini, che hanno comunque precisato come Galan abbia «ribadito ai propri difensori e nella istanza di patteggiamento la propria innocenza, con particolare insistito riguardo alla pretesa dazione di un milione all’anno rinveniente dalle dichiarazioni di Mazzacurati, le cui reali condizioni di salute, recentemente emerse, gettano una luce inquietante sulle dichiarazioni di 8 mesi or sono, particolarmente confuse e contraddittorie».
La decisione dell’ex presidente del Veneto ed ex ministro è arrivata «dopo sofferta riflessione» e «solo per la difficoltà di proseguire lo stato di carcerazione e per poter riabbracciare la propria famiglia con particolare riferimento alla piccola Margherita». Il patteggiamento, arrivato anche «in considerazione delle gravi condizioni generali del proprio cliente, ristretto nel Carcere di Opera dal 22 luglio, ove ha subito un calo ponderale di ben 22 chili, presentando altresì spunti depressivi sì da determinare la necessità di visita psichiatrica ed innanzi alla sicura prospettiva della richiesta di giudizio immediato che avrebbe provocato una ulteriore protrazione della custodia cautelare in carcere per ulteriori sei mesi per poter processare Giancarlo Galan come detenuto», prevede la prescrizione per tutti i reati fino al 22 luglio 2008, 2 anni e mesi 10 per i residui reati contestati, confisca per il valore di 2.600.000 euro sulla casa di Cinto Euganeo rispetto ad un sequestro disposto per 4,85 milioni.
«Il Collegio di Difesa osserva amareggiato che ancora una volta il carcere preventivo produce danni, a volte irreversibili, su persone non ancora giudicate e auspica che il Legislatore intervenga ancora una volta per delimitare in maniera drastica questo istituto la cui applicazione pratica e giurisprudenziale suscita sempre maggiori riserve e critiche: un uomo sottoposto a processo non può serenamente decidere il proprio futuro processuale e la propria vita futura in una condizione di soggezione che deriva dalla privazione della libertà personale per lunghi periodi senza potersi difendere in stato di libertà», conclude la nota dei due legali.
Il patteggiamento dell'ex governatore. L’ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan ed ex ministro patteggia una pena di due anni e dieci mesi e 2 milioni e 600 mila euro da restituire all’erario. E’ in carcere dal 22 luglio scorso per le accuse di aver intascato tangenti nell’ambito dell’inchiesta Mose. L’accordo fra la Procura della Repubblica di Venezia e i difensori di Galan, avvocati Franchini e Ghedini, potrebbe diventare esecutivo già oggi con la firma del gip Scaramuzza. A quel punto Galan andrà agli arresti domiciliari.
Per la Procura della Repubblica di Venezia l'ipotesi di pena è congrua. «La sanzione complessiva risponde infatti - secondo il Procuratore Luigi Delpino e il procuratore aggiunto Carlo Nordio - al fondamentale criterio di rieducazione contenuto nell'articolo 27 della Costituzione, e ai criteri di ragionevolezza ed economia processuale che hanno ispirato il legislatore a introdurre l'istituto del patteggiamento».
La presidente dei Gip di Venezia, Giuliana Galasso, si è riservata, fino a domani (giovedì 9 ottobre), la presa in esame degli atti relativi all'ipotesi di patteggiamento, e conseguentemente dei domiciliari. I legali del parlamentare, nell'ipotesi di accordo, hanno chiesto che l'udienza di patteggiamento si tenga il 16 ottobre prossimo assieme all'altra ventina di udienze previste sempre nell'ambito dei patteggiamenti nell'inchiesta Mose. Delle udienze si farà carico la stessa Galasso.
Galan è stato arrestato il 22 luglio scorso dopo che la Camera dei deputati aveva votato l'autorizzazione nei suoi confronti. Da allora ha scontato la misura della custodia cautelare nel carcere milanese di Opera. Fu arrestato mentre si trovava in ospedale a Este per un problema di salute. Ecco il nostro video esclusivo che lo ritrasse all'uscita dall'ospedale: "Sono molto incazzato".
Ed ecco il risultato della votazione della Camera dei deputati che aveva concesso l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti.
Per l'inchiesta Mose sono una ventina i patteggiamenti attesi per il 16 ottobre, sul totale di 35 indagati. Uno solo finora è stato respinto, quello dell'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (pena incongrua), il primo a chiederlo dopo che era stato ai domiciliari per finanziamento illecito dei partiti. Qui sotto il video della conferenza stampa dell'allora sindaco dopo la scarcerazione, il 12 giugno.
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