«Sul mercato mancano figure tecniche»

belluno. «Stiamo cercando montatori meccanici e softwaristi industriali, ma facciamo fatica a reclutarne tra i giovani perché preferiscono laurearsi. Ma a noi queste figure servono ora». Così Stefano Giacomelli, direttore generale della Sinteco di Longarone, ha esordito ieri mattina nel corso della presentazione da parte di alcuni studenti della 5ªA e 5ªB Meccanici dell’Iti Segato, di alcuni progetti-prototipi realizzati direttamente a scuola.
«Stiamo cercando queste figure anche da iniziare al lavoro», prosegue Giacomelli, «un lavoro che necessita di 4-5 anni di gavetta per diventare abile. È un’attività molto ben retribuita che ti apre un mondo e dà la possibilità di viaggiare molto. Ma ancora non ne abbiamo trovate, forse perché in questa provincia molti scelgono impieghi più facili. Anche sul campo dei software industriali stiamo cercando figure di neodiplomati in informatica o in elettronica, ma anche qui si fatica. E allora siamo costretti a ripiegare su chi ha già esperienza: da poco abbiamo assunto un ingegnere di 51 anni».
Della difficoltà di reperire figure specializzate ha parlato anche Ludovico Trevisson, titolare della Meccanostampi di Limana. «Abbiamo problemi nel reclutare giovani di talento, per i quali c’è sempre un posto disponibile. Perché con un buon diploma la possibilità di carriera c’è sempre».
Dello stesso avviso Stefano Bertocco, della Teknomotor di Quero: «È difficile trovare persone con qualità, che abbiano la spinta giusta per cercare di migliorarsi sempre. In questa scuola, però, vedo tanti ragazzi pieni di entusiasmo, di voglia di fare e con obiettivi chiari da raggiungere. E questi progetti realizzati a scuola non fanno altro che affinare le loro capacità di soluzione dei problemi a 360 gradi».
L’Iti Segato da sempre è un bacino di professionalità: «Si pensi che nella mia impresa su 250 dipendenti, almeno 200 provengono dal Segato. Io stesso ho frequentato questa scuola», ha detto Trevisson con estrema soddisfazione. «Vedo in questi ragazzi grande motivazione, capacità di relazionarsi con gli altri compagni e voglia di lavorare in squadra. Però, come diceva sempre il preside ai miei tempi, prima bisogna fare l’uomo e poi il tecnico».
Per Giacomelli, importante per orientare le scelte dei ragazzi sarà l’esperienza in fabbrica, in prima linea. «Peccato che l’alternanza scuola-lavoro si svolga in tempi molto ristretti, non offrendo agli studenti la possibilità di comprendere bene i meccanismi di un’impresa, le opportunità che in essa ci sono. Per questo motivo, appena diplomati sono orientati verso altri lidi». —
P.D.A.
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