«Subito il collegamento con Forni Avoltri»
Intervista a Fontanini, presidente della Provincia di Udine: oggi consegnerà la bandiera a Piller Hofer

SAPPADA. Primo ingresso ufficiale di Sappada in Friuli. Questa mattina a Udine, in Provincia. Pietro Fontanini, il presidente, consegnerà al sindaco Manuel Piller Hoffer la bandiera friulana, con l’aquila ramane su fondo blu. E con un augurio: «Se in queste ore sta arrivando la firma del presidente della Repubblica, mi auguro che il Ministero dell’interno faccia in fretta ad approvare i decreti attuativi». Piller Hoffer scenderà a Udine con la giunta ed una delegazione di referendari.
Presidente Fontanini, può confermare che il ritorno a casa di Sappada non porterà nocumento alla Carnia e alla montagna friulana?
«Chi lo sostiene? Forse chi a Sappada e nel Bellunese non voleva lasciar partire la comunità. La quale, però, è storicamente appartenuta al Friuli anche se non è friulana».
Sappada non è friulana? Bella, questa.
«È una comunità di lingua tedesca, quindi una minoranza. Il Friuli, ben s’intende, l’accoglie a braccia aperte, perché questa è la nostra anima: il plurilinguismo, il pluriculturalismo. Su questi valori si fonda la nostra specialità. Quindi Sappada mette in sicurezza anche il fondamento della nostra autonomia. Ciò che forse non ha capito il Veneto».
Il Veneto, appunto. Come cercherà di rassicurare il suo collega Luca Zaia? Il governatore avrebbe preferito, da parte della Lega Nord, un voto di astensione in Parlamento.
«Luca lo sa bene. La Lega ha per principio il pieno rispetto della volontà popolare, specie in tema di autodeterminazione. Sappada avrà anche solo 1300 abitanti ma il volere di questa gente va rispettato fino in fondo».
Zaia condivide, ma teme adesso lo smottamento degli altri Comuni di confine?
«Luca crede davvero nella disgregazione del grande Veneto? È impossibile. Si veda quanto è accaduto a San Michele al Tagliamento, dove si parla il friulano. C’è stato uno dei primi referendum e la popolazione ha detto di no. Noi friulani ci siamo fatti una ragione. La volontà dei cittadini va sempre rispettata».
Ma nel caso di Sappada questa volontà è stata inficiata da interessi economici?
«Ma quali interessi economici. I sappadini si sono sempre percepiti come friulani. Di lingua tedesca ma friulani».
Prendiamo l’Iva. I 6 decimi di questa tassa rimarranno, a passaggio completato, in Friuli, quindi a Sappada?
«Ma non è ciò che cerca di ottenere anche il Veneto, con la trattativa sull’autonomia. Anzi, di più. Zaia ha chiesto i 9 decimi. Vorrà dire che finalmente Sappada avrà modo di pagarsi il proprio sviluppo turistico. Oggi, per la verità, è già di qualità».
Ma ancora incompleto?
«Come dirò al sindaco, Sappada deve insistere con la Regione che le risorse risparmiate sul Pramollo siano investite a Forni Avoltri, per il collegamento con Cima Sappada. Dal mega villaggio turistico di Piani di Luzza, mille posti letto, si dovrà salire con gli sci ai piedi fino sul monte Siera e da qui scendere attraverso le nuove piste. Il prossimo governo regionale lo farà, questo collegamento».
In quanto tempo Sappada sarà friulana?
«Ci vorrà ancora qualche mese, forse un anno. Ma il più è stato fatto. Ogni altro problema è una difficoltà marginale, davvero superabile».
La Provincia è pronta a fare la sua parte?
«La Provincia è pronta, anche se sta per chiudere, in virtù della riforma regionale».
Sappada dovrà far riferimento all’Uti di Tolmezzo, l’Unione territoriale intercomunale. Problemi?
«Sicuramente sì. Ma sono certo che Sappada darà il proprio contributo per evitare che questa macchina burocratica macini tutto. Macini la stessa identità. Sappada, con Sauris e Timau farà la sua parte soprattutto nella tutela della minoranza di lingua tedesca».
(fdm)
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