«Stuprata dopo una chat» ma il militare viene assolto
Alano di Piave. I due si erano conosciuti su un social dedicato agli incontri L’uomo era accusato di violenza sessuale all’aperto: non ha commesso il fatto

ALANO DI PIAVE. Conosciuti su Badoo, lei lo accusa di violenza sessuale. Ma A.C., un 58enne ex sottufficiale dell’esercito di Sacile è stato assolto dal giudice trevigiano Casciarri per non aver commesso il fatto. La ricostruzione della 60enne bellunese di Alano di Piave, che sul social dedicato agli incontri aveva postato una foto di parecchi anni prima, non ha convinto il tribunale, dopo che il pubblico ministero Cama aveva, comunque, chiesto una condanna a tre anni e quattro mesi e il difensore di parte civile Zambon aveva aggiunto un risarcimento danni di 50 mila euro.
Il difensore Gulli ha smontato l’accusa pezzo per pezzo, ricorrendo anche alla prova del Dna su un fazzolettino che la donna diceva di aver usato per pulirsi, ma sul quale non sono state trovate tracce biologiche.
Nel febbraio 2014 c’è un appuntamento al buio, in fondo alla provincia di Belluno, dopo che i due si erano incrociati in internet. La foto della donna sembrava accattivante ed entrambi parevano disposti a socializzare e magari anche a divertirsi insieme. Si racconta che fosse una giornata di pioggia e dalla temperatura per niente primaverile. Non sarà elegante da dire, ma al militare passa tutta la poesia, quando vede dal vivo quell’amica fino a pochi minuti prima solo virtuale. Eppure secondo lei e la procura della Repubblica, i due sconfinano nella Marca trevigiana e in un luogo isolato di Cison di Valmarino l’uomo le strappa i vestiti, violentandola sul cofano dell’auto, per poi portarla in un bar, nel quale avrà anche la fortuna di vincere 200 euro con un gratta e vinci, non si sa bene di quale specie e costo.
Il graduato sostiene invece di essersi scoraggiato, limitandosi a offrirle un caffè in quello stesso bar e a riaccompagnarla a casa, senza combinare niente di erotico. Una ventina di giorni dopo l’incontro - brutale per l’una e banale per l’altro - la donna va dai carabinieri di Quero a fare una querela per violenza sessuale. Il passo successivo sarà quello di andare dal medico, che le riscontrerà sì qualche problema, ma non collegato a un’ipotesi così grave. La successiva visita specialistica escluderà del tutto che la donna abbia davvero subito quello che aveva raccontato. Sono stati sentiti anche dei testimoni, che però si sono rivelati irrilevanti, ma soprattutto hanno pesato le indagini difensive di Gulli, anche sulla biancheria intima subito buttata in lavatrice e su quella salvietta, che secondo l’accusa non poteva più contenere tracce biologiche, vista anche la pioggia.
Qui ha aiutato il caso Yara Gambirasio, nel quale il Dna ha resistito settimane. Il processo è finito con l’assoluzione per non aver commesso il fatto, malgrado la richiesta di condanna e risarcimento. Non si procederà per calunnia.
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