Studiosi nelle miniere del Fursil per ricostruire le antiche spade

I tecnici del progetto “Klang” hanno prelevato un quintale di minerale «Vogliamo capire perché questo ferro permetteva di creare lame così pregiate»



COLLE SANTA LUCIA

«Abbiamo recuperato circa un quintale di minerale che ora verrà semi-arrostito e poi lavorato per creare il ferro e studiarne le proprietà e magari realizzare una lama».

Lo racconta Manuel Conedera, giovane geologo agordino che la scorsa settimana ha accompagnato Giovanni Sartori del progetto Klang all’interno delle miniere del Fursil a Colle Santa Lucia per estrarre un quantitativo del prezioso minerale custodito dalle miniere, la siderite manganesifera, utilizzata in passato per forgiare spade di altissima qualità, commercializzate in Europa e ambite da sovrani come Massimiliano d’Asburgo.

Il progetto Interreg Italia-Austria, denominato “Klang-Spade di leoni e aquile” mira alla valorizzazione di un patrimonio culturale e storico (quello legato alla produzione e al commercio delle spade appunto) attraverso la creazione di un percorso turistico tra Bellunese, Friuli e Austria, il recupero di luoghi legati alla produzione delle spade, l’organizzazione di eventi transfrontalieri, l’ideazione di attività didattiche, la cooperazione nello studio e nella ricerca, la creazione di un sistema di catalogazione delle armi bianche.

«Si tratta esattamente del minerale di ferro usato in antichità per produrre l’acciaio delle spade bellunesi», si spiega sulla pagina Facebook del progetto Klang, «grazie alla quantità raccolta sarà possibile avviare una sperimentazione che coinvolgerà anche esperti di metallurgia dall’estero».

«La domanda alla quale si vuole rispondere», aggiunge Manuel Conedera, «è: perché il minerale del Fursil era quello ottimale per realizzare le spade anche in confronto a quello estratto in altri siti? Certo per la presenza del manganese, ma le ricerche possono essere affinate».

L’obiettivo del progetto è di unire le peculiarità delle regioni coinvolte con un approccio di valorizzazione delle proprie ricchezze a livello storico, culturale, turistico, di tradizioni e di competenze. Il territorio coinvolto presenta un patrimonio culturale e naturale di altissimo livello comprendendo anche l’area delle Dolomiti Patrimonio Unesco.

«La cooperazione transfrontaliera tra le province di Belluno, di Pordenone e il Tirolo», dice il sito dell’Università di Innsbruck, «verrà rafforzata creando nuove sinergie in ambito culturale e turistico che permettano uno sviluppo competitivo e sostenibile dell’area e che potenzino le collaborazioni pubblico-private».

Il progetto vede come partner il Comune di Belluno, il Circolo cultura e stampa, il Comune di Maniago, il Comune di Santa Giustina, l’Università di Innsbruck, la Provincia, l’Unione montana bellunese, il Comune di Colle Santa Lucia e la Fondazione teatri delle Dolomiti. —

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi