Strafatti a folle velocità sull’A27 Con l’auto a 250 km all’ora

il retroscena
Persone pericolose: drogate al volante a rotta di collo sull’autostrada. A velocità supersonica lungo l’A27 per tornare nel Bellunese dopo l’uscita sul mercato fuori provincia.
A sottolineare quella parola (“pericolose”) è il pubblico ministero Paolo Sartorello per quanto emerso nelle indagini e nelle intercettazioni: «Nei loro viaggi fuori provincia non si fermavano all’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti» ha spiegato ieri il titolare dell’inchiesta insieme con il maggiore Marco Stabile. «Acquistavano la droga ma la assumevano anche e poi si mettevano al volante. Sono state verificate velocità delle auto anche di 250 km orari da Mestre a Belluno». Che evidentemente era un percorso che veniva coperto in un quarto d’ora. «E questo senza preoccupazione di poter far male a qualcuno».
Pericoli pubblici quindi, tenendo conto che i percorsi spesso avvenivano di notte, con pochi utenti delle strade sugli stessi tragitti: ma ciò non toglie che l’azzardo poteva essere pagato caro dalle eventuali vittime che si fossero trovate lungo i percorsi.
Intercettazioni non solo telefoniche hanno permesso agli inquirenti di ricostruire la rete dello spaccio.
«Si tratta di un giro molto diffuso e che vede molte persone coinvolte ma che non ha il carattere dell’associazione», reato che infatti non è stato contestato.
L’inchiesta è nata nel 2016 con l’arresto a Mestre di una donna trovata con della droga in una discoteca del Veneziano. L’innesco delle indagini è avvenuto in questo modo e nell’arco di due anni si è arrivati a individuare 12 persone. A ottobre il blocco al casello di Cadola di quattro giovani a bordo di una Audi: i carabinieri, che li attendevano, li hanno arrestati dopo averli ritrovati in possesso di droga e ketamina liquida conservata nell’involucro di una bottiglia d’acqua minerale. Due dei soggetti sono stati colpiti di nuovo dalle ordinanze di ieri.
Gli istituti scolastici erano anche il loro obiettivo. «Elementi inducono a pensare che ci fosse una organizzazione nata per la vendita al dettaglio degli stupefacenti» continua Sartorello «Spesso li abbiamo sentiti fare riferimento ai “galoppini” davanti alle scuole, che erano lì a presidiare. E ci sono elementi che dimostrano la cessione nei pressi delle scuole», a studenti.
C’era una vera rete di galoppini, cioè di coloro che tenevano sotto controllo la situazione degli studenti. La rete dello smercio era praticamente tutta in città, ma poteva toccare anche altre località della provincia.
La procura ha comunque contestato solo i reati di droga e non quelli di associazionismo: «Si tratta di persone che si conoscevano reciprocamente e si cercavano anche quando l’uno o l’altro non avevano lo stupefacente a disposizione. Ma non c’era una reale associazione per delinquere con una attività organizzata», precisa il pubblico ministero.
Una indagine che si configura come chiusa con questi arresti ultimi di ieri mattina, benchè dalle attività ulteriori di verifica e di controllo potrà arrivare anche qualcosa di nuovo. —
Cristina Contento
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