Stop alla comunità targata Dumia

I sindaci dell'Usl bloccano l'iniziativa della coop: «E' un doppione»
 FELTRE.
I sindaci della conferenza dell'Usl di Feltre bocciano la comunità terapeutica riabilitativa, proposta dalla Dumia, per dare risposte alla domanda di cura da parte di soggetti, non tutti psichiatrici, che non possono rimanere in famiglia. «Un doppione», si dice, «rispetto a quella già attiva».  I pubblici amministratori, pur ammettendo nel piano di zona che in materia di salute mentale c'è il rischio di non adeguatezza al bisogno della popolazione psichiatrica in riferimento ai dispositivi residenziali e semiresidenziali, hanno deciso di non inserire fra le proposte operative per il prossimo quinquennio la Ctrp del privato sociale targato Dumia, facendo prevalere i criteri economicistici. Ma non solo questi. Fra le perplessità dei sindaci c'è anche quella dell'attrazione che potrebbe avere una struttura come questa, improntata sull'ergoterapia (terapia del lavoro) e sulle prospettive di inserimenti lavorativi di soggetti fragili, non solo psichiatrici ma anche traumatizzati con ripercussioni psicopatologiche sul comportamento, con ricadute problematiche sulla comunità. A fronte della crisi del lavoro e di netta flessione di commissioni alle cooperative, cosa segnalata da Energia Sociale, e di alloggi a canone contenuto difficilmente reperibili, prendersi in carico anche persone "esterne" diventerebbe improponibile. E poi, hanno convenuto i sindaci quasi all'unanimità, il dipartimento di salute mentale offrirebbe un ventaglio aperto alle più disparate soluzioni, da quelle diurne a quelle semiresidenziali, oltre al fatto che già è attiva la Ctrp di borgo Ruga, coordinata dallo psichiatra Vito Gallio.  La Dumia, dal canto suo, avrebbe offerto, godendo di quota sanitaria regionale, spazi (il nuovo rustico ristrutturato per moduli e persino arredato con gusto) e personale per una comunità terapeutica riabilitativa protetta con lo scopo di offrire un'alternativa assistenziale e potenzialmente riabilitativa a pazienti che connotano le nuove cronicità, non solo psichiatriche, che non possono trovare risposte in famiglia o nella società, se non dopo un percorso di accompagnamento strutturato.  

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