Stop al cemento e sì ai recuperi Dettata la linea per l’edilizia in città

Parte la fase pubblica e operativa del Piano degli Interventi L’assessore Visalli: «Attenzione al risparmio energetico» 
Una veduta di Feltre
Una veduta di Feltre

/ feltre

Parte la fase pubblica e operativa del Piano degli interventi (Pi) del cosiddetto Ato 9, l’Ambito territoriale omogeneo che va dalla stazione alle Traversere passando per il centro, fino al Pasquer, al Boscariz, a Farra. Il documento è molto complesso, ma in poche parole si tratta dello strumento che darà alla città una nuova pianificazione urbanistica, indicando ai cittadini cosa potranno costruire e come farlo, nell’area che raccoglie la maggioranza della popolazione di Feltre e delle funzioni che sono all’interno del Comune.

SI AVVIA L’ITER

Il primo atto ufficiale per arrivare all’approvazione del Piano degli interventi è la presentazione in consiglio comunale (lunedì prossimo) del piano del sindaco, che è un po’ il cappello iniziale del processo perché contiene gli indirizzi generali, ma anche una serie di indicazioni specifiche. Poi inizierà il processo partecipativo, coinvolgendo la cittadinanza e i portatori di interesse in una serie di incontri che saranno fissati dopo Pasqua e precederanno l’adozione, la pubblicazione, le osservazioni e l’approvazione del Pi.

«Tutti passaggi che verranno completati entro quest’anno», dice il sindaco Paolo Perenzin. «È un documento fondamentale, che la città attende di fatto dal 2007, anno di approvazione del Pat, il Piano di assetto del territorio (i Piani degli interventi sono piani di attuazione del Pat). Verrà redatto internamente dall’ufficio Pianificazione del territorio e questo è un aspetto di assoluto pregio e rilievo».

STOP AL CEMENTO, Sì AI RECUPERI

«Il Piano arriva dopo quattordici anni dal Pat e si inserisce in una dimensione di grande cambiamento, sia per l’evoluzione socio-economica che ha avuto la città, sia in riferimento alla situazione generale, data da un lato dalla pandemia e dall’altro dai mutamenti climatici», commenta l’assessore all’urbanistica Irma Visalli. A questo si legano quindi la qualità degli edifici con l’aspetto del risparmio energetico sul fronte abitativo e la previsione di aree destinate al drenaggio delle acque per mitigare gli impatti delle esondazioni dei fiumi sul fronte ambientale.

Il punto fermo è lo stop al consumo di suolo, puntando sulla riqualificazione dell’esistente. «Questo è un Piano partecipato; informato perché si basa sull’analisi socio-economica; innovativo e strategico. È il primo vero banco di prova della rigenerazione urbana», dice l’assessore. «Altro tema è la visione di Feltre nel territorio più ampio». Particolare attenzione allo spazio pubblico: «Ci aspettano, speriamo, tempi in cui la qualità dello spazio pubblico finalmente tornerà in mano alle pratiche sociali e relazionali».

EVITARE LOTTIZZAZIONi COMPLESSe

Ci saranno schede di progetto che lasciano ampia flessibilità compositiva dal punto di vista architettonico e urbanistico, ma fissano le dimensioni o l’ubicazione dei servizi che vuole il Comune, riducendo i tempi e i costi dei piani urbanistici attuativi. —

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