Stazione Paiane, avanti tutta per il recupero

PONTE NELLE ALPI. Il futuro della stazione di Paiane è a un bivio. A breve è in programma un incontro con associazioni, frazioni e coloro che hanno portato avanti dei progetti per la riqualificazione dell'area. L'obiettivo è arrivare al più presto a un recupero degli spazi che, con il passare del tempo, stanno andando incontro a un degrado crescente.
«Abbiamo parlato proprio di recente con Ferrovie dello Stato, con cui il Comune ha siglato un accordo», sottolinea il sindaco Paolo Vendramini. «Per arrivare però alla cessione in comodato d'uso dello stabile bisogna prima capire se ci sono soggetti interessati a portare avanti delle ipotesi di utilizzo. Di sicuro sappiamo che gli spazi potranno essere utilizzati per attività di promozione sociale, culturale, turistica».
Della riqualificazione dell'ex stazione di Cadola-Soccher si parla ormai da tempo. E non sono mancati incontri per discutere del suo futuro. Incontri in cui erano emerse due possibili opzioni (stabilite anche da Rfi, Rete ferroviaria italiana, per la cessione in comodato): la prima è che si costituisca un'associazione no profit, in grado di prendersi in carico la gestione dell'area; la seconda era che un privato decidesse di acquisirla e utilizzarla a fini commerciali. Lo scorso anno sembrava fosse emerso un interesse imprenditoriale. «Ora, però, in base agli ultimi colloqui intercorsi con Rfi, l'ex stazione dovrà essere utilizzata per attività di tipo sociale, culturale e turistico», ribadisce il primo cittadino. «Per affidare lo stabile a una realtà no profit i passaggi fondamentali sono la costituzione di un'associazione/consorzio e la ricerca di personale volontario. Poi dovrà essere presentato il progetto alle Ferrovie».
E sul tavolo qualche progetto già ci sarebbe: un “gruppo di amici” (Fulvio De Pasqual, Roberto De Pra, Cesare Poncato, Alessandro Pierobon e Diego Rizzo) avevano avanzato la proposta di fare della stazione di Cadola-Soccher un punto di ristoro per gli utenti delle piste ciclabili. E c'è anche una bozza di recupero. «Ora si tratta di arrivare a un punto di svolta», aggiunge Vendramini. «Ricordiamo che lo stabile è di proprietà delle Ferrovie, il Comune non potrebbe stanziare risorse, lo vieta la legge, e si dovrebbero cercare finanziamenti terzi, regionali o europei. Avendo in mano un progetto, ci si potrà anche muovere in questo senso».
Un tentativo simile si era cercato di intraprendere anche per la stazione di Polpet. «Avevamo fatto appello ad associazioni e cooperative sociali interessate affinché si facessero avanti», fa presente il sindaco. «Purtroppo non c'è stato riscontro e l'ipotesi è sfumata. L'unica via percorribile è che si faccia avanti un privato, che apra trattative per conto proprio con Rfi».
Martina Reolon
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi