Stangata a Varago per il pascolo abusivo Il conto è 4.700 euro

Lamon, l’allevatore dovrà risarcire i proprietari Nell’udienza di ieri dal giudice di pace trattati tre processi
L'aula del giudice di pace di Feltre E' in netto aumento il numero di cause per motivi anche banali
L'aula del giudice di pace di Feltre E' in netto aumento il numero di cause per motivi anche banali

LAMON. Stangata da 4.700 euro per Luciano Varago tra multa, danni e spese da pagare al termine dell'ennesima puntata del lungo braccio di ferro giudiziario che lo vede contrapposto alla comunità lamonese. Alla base di tutto, l'occupazione di terreni e pascoli abusivi. Prosegue insomma la battaglia infinita tra la collettività dell'altopiano e l'allevatore trevigiano, ieri protagonista in tre processi. In uno è persona offesa (alla sbarra c'è il lamonese R.C., accusato di aver minacciato nel settembre 2011 di uccidere alcuni agnelli, con rinvio al 25 giugno) e in due è imputato. Di questi, uno è il maxi-procedimento in cui è contrapposto a trentasette persone offese per sfalci e pascoli abusivi (prossima udienza il 26 marzo). L'altro riguarda come sempre i capi d'imputazione per invasione di terreni e pascolo abusivo ed è il caso concluso con la condanna pronunciata dal Giudice di pace Nicola Parrocco, che ha avuto la mano pesante, accogliendo la richiesta del Pm Sandra Rossi di 1.500 euro di multa. Ma Varago dovrà sborsare anche 1.000 euro a ciascuna delle due persone offese per risarcimento danni più 1.200 euro di spese di costituzione di parte civile. In tutto, 4.700 euro.

Luana Faggian e il marito Giovanni Manente (rappresentati dall'avvocato Enrico Tiziani), nel dicembre 2011 si erano ritrovati il loro terreno nella frazione di Pezzè - che la precedente proprietaria ascoltata come teste nel corso del procedimento ha detto di non aver mai dato in concessione né per sfalcio né per altro uso – recintato abusivamente con rete elettrificata e occupato da una cinquantina di pecore e cavalli. L'imputato (difeso dall'avvocato Righes) era entrato col trattore per sfalciare l'erba, in più gli animali, dopo aver rotto il recinto si erano riversati nell'orto dietro casa divorando la verdura e un po' di fieno che marito e moglie avevano fatto per i conigli. «Avevamo chiesto a Varago di togliere i recinti, lui era venuto a vedere i danni e ci ha chiesto di esibire la documentazione da cui risulta che siamo noi i proprietari», era stato il racconto delle persone offese. «Gli abbiamo ribadito che il terreno è nostro e che eventualmente doveva essere lui a dimostrare perché occupava il terreno».

Raffaele Scottini

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