Sposa una marocchina per incassare 10 mila euro

di Roberto Curto
FELTRE
Con la sua confessione aveva fatto saltare il coperchio di un traffico legato ai matrimoni fasulli tra italiani e stranieri. Ieri mattina, il trentottenne feltrino L.Z. (difeso dall’avvocato Marco Cason) ha potuto patteggiare la pena di un anno e quattro mesi di reclusione per favoreggiamento in concorso con altri tre imputati dell’immigrazione clandestina. Le altre persone coinvolte – il 43enne Mauro Martini considerato la mente dell’organizzazione e due stranieri Benbaiz Bouaz e la moglie Laila Farissi – dovranno invece affrontare il processo con l’aggiunta del reato di truffa aggravata.
L’intera vicenda riguarda una serie di matrimoni di convenienza celebrati all’estero così da permettere a delle ragazze straniere di entrare in Italia con le carte in regola e il ricongiungimento familiare. L’attività illecita veniva gestita da un’organizzazione trevigiana. La Procura di Belluno è diventata parte attiva perché fu proprio L.Z. a presentarsi dai carabinieri per denunciare lo strano giro nel quale lui stesso era parte attiva.
Il feltrino aveva raccontato ai militari di essere stato avvicinato da Mauro Martini, il quale gli aveva promesso una ricompensa di diecimila euro per inscenare un matrimonio di convenienza con una ragazza marocchina. Il bisogno di denaro fece superare al L.Z. i dubbi per l’operazione illecita. Così L.Z. arriva in Marocco dove viene anche costretto a convertirsi alla religione musulmana ed assumere il nome di Mohamed. Le nozze vengono celebrate nel gennaio 2009, poi, un mese dopo la ragazza entra in Italia sfruttando il ricongiungimento familiare.
A questo punto il meccanismo si inceppa perché per essere completamente valido, il matrimonio deve essere celebrato anche in Italia. Il feltrino non ha ancora ricevuto un euro dei diecimila promessi e Martini evidentemente non è in grado di pagarlo. Così L.Z. si tira indietro e decide di raccontare tutto ai carabinieri. Le indagini prendono il via e la Procura di Belluno dà il via a una serie di accertamenti testi a verificare se oltre a quello in cui c’è coinvolto il feltrino ci sono altri matrimoni sospetti celebrati grazie all’intermediazione dell’organizzazione nella quale ci sono anche i due coniugi stranieri Benbaiz Bouaz e la moglie Laila Farissi. I sospetti degli inquirenti sembrano avvalorati che Martini è indagato anche dai magistrati della Procura di Treviso per un giro di fasi contratti di lavoro per consentire a cittadini stranieri di ottenere il permesso di soggiorno in Italia.
Il filone dei matrimoni combinati è arrivato dunque ad un punto decisivo. L.Z. esce dalla vicenda processuale grazie all’ammissione al patteggiamento. Gli altri tre dovranno affrontare il processo.
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