Le mosse vincenti del sovramontino Gatti: è nel gotha mondiale del gioco degli scacchi
Il 37enne infermiere ha risolto una composizione estremamente complessa conosciuta nell’ambiente degli scacchi come “The Babson task” che per oltre mezzo secolo è stata al centro del dibattito tra i maggiori esperti internazionali

Ogni pezzo al proprio posto sulla scacchiera e poi una serie di mosse da eseguire per arrivare alla soluzione finale. Impresa a livello mondiale del sovramontino Daniele Guglielmo Gatti, infermiere di professione ma con la passione per gli scacchi e per la scienza, ha trovato la maniera di risolvere una composizione estremamente complessa conosciuta nell’ambiente degli scacchi come “The Babson task” che per oltre mezzo secolo è stata al centro del dibattito tra i maggiori esperti internazionali. Uno straordinario risultato per Gatti e una medaglia d’onore per il circolo di Feltre “L’Avamposto”, presieduto da Francesco De Bortoli. Gatti, tra l’altro è vicepresidente dell’associazione, e questa impresa regalerà una vetrina internazionale anche al sodalizio feltrino.
Gatti si dichiara un «discreto giocatore, ma come tanti in Italia», che ha trovato la sua specializzazione nelle composizioni. Un po’ come quelle che vengono pubblicate in ogni numero dalla Settimana Enigmistica, ma molto più complesse, riservate agli esperti del gioco. La sua composizione è stata appena pubblicata dalla rivista olandese “End Game”, una delle più accreditate a livello internazionale, che lo definisce “un eroe” e nella quale lo stesso Gatti ha ricostruito di proprio pugno il lavoro fatto in circa un mese e mezzo.
La chiave di volta si è avuta nell’ottobre del 2024, quando nella stessa rivista, Gady Costeff, uno dei più famosi ed esperti compositori mondiali di scacchi, ha pubblicato la propria composizione legata al “The Babson task”. Una composizione complessa nella quale però c’era un errore che in tredici anni di studi Costeff non era riuscito a risolvere, tanto da arrendersi decidendo alla fine di pubblicarla così com’era nella speranza che qualcun altro riuscisse nell’impresa. Gatti ha avuto la caparbietà e la tenacia di dedicare ogni minuto disponibile fuori dal lavoro e in 45 giorni è arrivato a completare “The Babson task” senza errori.
«Quello della composizione è un settore che va ad esplorare l’aspetto artistico degli scacchi e nel 2015, dopo avere ripreso a giocare dopo una lunga pausa, mi sono reso conto che quella era la mia strada. In Italia siamo pochi, ma nel mondo è un settore apprezzato», spiega il 37enne che in questi anni ha creato 600 composizioni, molte delle quali pubblicate in varie riviste in tutto il mondo. «Nel 2022 ho anche pubblicato il manuale “Professione problemista”edito da Messaggerie scacchistiche, ristampato nel 2024, con il quale offro le basi a chi vuole dedicarsi alla composizione».
A proporre la prima composizione scacchistica definita “The Babson task”, fu Joseph Ney Babson nel 1884, che ha quindi dato il nome alla particolare composizione. Un problema messo sul tavolo degli appassionati 141 anni fa, che per decenni è sembrato irrisolvibile fino a quando Daniele Gatti non ci ha messo le mani: «Sono felice, è un po’ come produrre un nuovo teorema di matematica», aggiunge, «perché alla base c’è un’idea da costruire, che necessita di un meccanismo preciso. Io ho preso spunto da quanto pubblicato da Costeff e alla fine ho messo tutti i tasselli al loro posto. Diciamo che se a livello di gioco posso considerarmi un buon giocatore ma lontano dalla qualifica di maestro, nella composizione ho trovato una strada più incline alle mie attitudini. Sono contento», conclude Daniele Guglielmo Gatti, «anche per il circolo L’Avamposto, che godrà di maggiore popolarità tra gli appassionati». —
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