Sono tornati i “Forconi” «Stop ad abusi e soprusi»

PIEVE DI CADORE. Il movimento dei Forconi è tornato a protestare, precisamente in Cadore. Per loro è iniziata la “Rivoluzione”: lo hanno scritto anche su un cartello esposto bene in vista davanti...

PIEVE DI CADORE. Il movimento dei Forconi è tornato a protestare, precisamente in Cadore.

Per loro è iniziata la “Rivoluzione”: lo hanno scritto anche su un cartello esposto bene in vista davanti al parcheggio del bar Bianco, in località Ai Morra. Qui, dalle 7 di ieri, Sisto Giustina e gli altri componenti del gruppo hanno distribuito volantini, spiegando agli ignari automobilisti e camionisti i motivi della protesta. «Siamo i rappresentanti di quel popolo italiano che non si arrenderà mai agli abusi di Stato, alla corruzione, alle sofferenze, agli egoismi, alla rassegnazione, ai soprusi e al potere di pochi».

Pochi, a dire il vero, i partecipanti al presidio: «Mi aspettavo una maggior partecipazione», spiega Giustina, «ma c’è troppa gente che è capace di lamentarsi solo al bar davanti a un bicchiere. Sono sicuro che domani (oggi ndr) le cose saranno differenti e i cittadini verranno a farci visita. La nostra intenzione è tenere aperto il presidio fino a martedì».

Ieri sono state fermati solo i mezzi diretti in pianura, «perché non vogliamo provocare troppi disagi. Abbiamo fatto un esperimento, bloccando alcuni camion diretti a Cortina. Subito si è formata una colonna di mezzi fino a metà del ponte Cadore. In meno di 10 minuti è arrivata una pattuglia di carabinieri per vedere cosa stesse succedendo. Quando si è accorta che il blocco era causato dagli aderenti ai Forconi, non ha fatto obiezioni e ha ripreso il suo servizio».

Oggi, dopo il raggruppamento davanti al Bar Bianco, alle 14 si formerà un corteo di automobili, camion, trattori e altri mezzi su ruote in grado di muoversi che si dirigerà verso Auronzo di Cadore. Un secondo corteo, partendo dal piazzale Dolomiti di Tai, si dirigerà verso Cortina. «Il Movimento dei Forconi», conclude Sisto Giustina, «intende tornare in piazza in concomitanza con il corteo di Roma».

Vittore Doro

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