Soccorso giovane in coma etilico

Ha passato la notte su una panchina, è stato anche derubato del portafoglio
La coperta imbottita lasciata sulla panchina
La coperta imbottita lasciata sulla panchina
 
PIEVE DI CADORE.
Solo una coperta imbottita, datagli da uno sconosciuto, con la quale ha potuto avvolgersi, ha salvato da più gravi conseguenze un ventunenne di Auronzo, M.P. che, colpito da coma etilico, è stato abbandonato sulla panchina della fermata dei pullman di piazza XX Settembre a Pieve di Cadore, nella notte tra sabato e ieri. La scoperta è stata fatta ieri mattina dal vigile urbano Paola De Martin Topranin.
 All'agente della polizia locale era stato segnalato che una persona giaceva, immobile, sulla panchina della fermata dei pullman di Pieve centro.  Lungo il tragitto dalla sua abitazione - erano appena passate le 6.30 - ha incontrato il sindaco Maria Antonia Ciotti ed insieme si sono recate in piazza XX Settembre per verificare la segnalazione. Sulla panchina giaceva una persona - chiaramente un giovane - avvolta in una trapunta rosa che non dava segni di vita.  Avvisato immediatamente il 118, l'operatore ha invitato l'agente a cercare di assicurarsi che la persona fosse viva e a svegliarla, parlandoci insieme in attesa dell'arrivo dell'ambulanza. Cosa che l'agente e il sindaco, anche grazie all'arrivo dell'agente della Polizia Provinciale Marco Corona, hanno fatto riuscendo a svegliare il ragazzo. «E' stato subito chiaro che era un giovane - spiega il sindaco Ciotti - tra l'altro senza documenti, in uno stato comatoso tanto che all'inizio non rospendeva nemmeno alle nostre domande. A forza di insistere progressivamente in parte è rientrato in sè ed ha chiesto dove fosse. Nel frattempo è arrivata l'ambulanza che lo ha trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Pieve di Cadore».  Qui i medici del pronto intervento gli hanno praticato le cure del caso e il ragazzo ha iniziato a riprendersi.  Dopo un po' di tempo ha fornito anche le proprie generalità: ha raccontato ai sanitari che abita ad Auronzo, con la madre e una sorella più piccola.  E' stato poi possibile sapere solo che aveva partecipato con un gruppo di una decina di amici ad una serata nel centro di Pieve, divisa tra il Roccolo, l'Enoteca Al Chech e il Gran Caffè Tiziano.  Ai sanitari si è posto anche il problema di sapere cosa ha provocato lo stato comatoso, se solo l'alcol o anche altre sostante. Molti sono gli interrogativi che sia le autorità intervenute, sia i gestori dei locali che i semplici passanti che hanno assistito alla scena e hanno visto la coperta abbandonata sulla panchina, si sono posti ieri, interrogativi che potranno trovare una risposta dall'indagine che la Polizia locale ha prontamente avviato: chi è stato ad abbandonare la persona in quello stato sulla panchina, senza avvisare il 118 del fatto? Tra l'altro al giovane è stato rubato il portafoglio con il denaro? Chi gli ha dato la coperta e non ha dato l'allarme? Infine, l'alcool ingerito proveniva da una consumazione in un bar, oppure da una scorta personale? Una riflessione immediata arriva da un sindaco di Pieve amareggiato, che si è sempre battuto perché fatti simili non succedano.  «Dopo questo grave episodio - ha affermato Maria Antonia Ciotti - nasce la necessità di una riflessione a tutto campo da parte delle autorità, delle strutture pubbliche, degli esercenti dei bar e, sopratutto, da parte delle famiglie. I fatti che mi hanno sconvolto maggiormente, sono almeno due: com'è possibile abbandonare una persona in chiara difficoltà su una panchina senza avvisare nessuno? Come possono queste persone considerarsi "amici", anche se solo per una sera, se abbandonano un loro compagno senza assistenza, oltre tutto rubandogli anche il portafoglio? Mi auguro, ha concluso, che tutti dopo una doverosa riflessione, cambino atteggiamento verso un problema che in Cadore sta diventando sempre più grave».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi