Slaviero nella cordata di imprenditori: «Vogliamo dare un futuro al Nevegal»

Da ieri gli impianti del Nevegal sono chiusi. Come deliberato dall’assemblea dei soci, infatti, Alpe del Nevegal ha cessato la sua attività. Ma c’è una cordata di imprenditori pronta a garantire un futuro al Colle. Il primo ad uscire allo scoperto è Massimo Slaviero, amministratore delegato di Unifarco. L’azienda bellunese è da anni attiva sul Colle, perché fra i soci dell’Alpe c’è Ernesto Riva che di Unifarco è il presidente.
«C’è un interesse nostro, come di altri imprenditori bellunesi, a tenere vivo il Nevegal», conferma Slaviero, che ha le idee chiarissime sul ruolo e l’importanza del Colle per la città e per l’intera provincia. «Se vogliamo tenere qui le nostre aziende dobbiamo rendere il nostro territorio attrattivo. Se vogliamo che famiglie da fuori provincia vengano a vivere a Belluno dobbiamo offrire loro servizi. Il Nevegal ha impianti da sci vicini alla città, rappresenta un’opportunità per i bambini e i ragazzi che vogliono imparare a sciare e per le famiglie, vista l’accessibilità del Colle».
È con questo spirito che Massimo Slaviero è entrato nella cordata di imprenditori impegnata a studiare le strategie per dare un futuro al Nevegal, garantendo prima di tutto l’apertura degli impianti quest’inverno.
La cordata
Da qualche giorno in città si è diffusa la voce che l’amministratore delegato di Unifarco sia in prima linea e lui lo conferma senza problemi: «Esco allo scoperto perché è giunto il momento di farlo», confessa. Con Slaviero c’è un gruppo di imprenditori bellunesi, che condivide lo spirito dell’operazione. «Conosco un po’ di persone che possono dare una mano», si limita a dire l’Ad di Unifarco. «Ma bisogna ancora capire di che impegno si tratta. Ci stiamo incontrando con il sindaco. Sappiamo che il Comune ha dei soldi da investire (i 500 mila euro, ndr), ma al momento non c’è ancora nulla di scritto».
La new.co
Si va verso la società mista, dunque, con la partecipazione del Comune e dei privati. Ne faranno parte Palazzo Rosso, l’Alpe e questo gruppo di nuovi imprenditori.
Ancora da capire a che investimento economico saranno chiamati i privati. Nessuno è disposto a mettere 12 milioni di euro, «ma se si tratta di un intervento per tenere in piedi la struttura, in modo da garantire una fruizione alle famiglie, siamo qui», conferma Slaviero. Del resto, sono le famiglie il target del Nevegal. «Una persona che abita a Belluno porta lì i figli a sciare, perché è comodo», continua l’imprenditore.
L’Alpe collabora
Ieri è stato l’ultimo giorno di attività ufficiale degli impianti targati Alpe del Nevegal. «Come deciso abbiamo chiuso», conferma il presidente, Maurizio Curti. Non la società, che resta in piedi, è l’attività ad essere cessata.
«Dell’operazione in corso delegato a parlare è il sindaco, sappiamo che sta lavorando alla costituzione della new.co. Abbiamo fiducia in quello che sta facendo».
Però l’Alpe è ancora proprietaria degli impianti e titolare delle concessioni, e non si possono fare le nozze con i fichi secchi. Se l’Alpe non vende o regala gli impianti, l’operazione non si concretizzerà. «Non saremo di ostacolo ad alcuna iniziativa che favorisca la costituzione di una new.co o uno sviluppo del Nevegal», afferma Curti. «Ora però è tutto nelle mani del sindaco, noi siamo solo spettatori».
Alpe sarà nella new.co? «Se ci saranno le condizioni favorevoli, noi ci siamo», assicura Curti. E quel “noi”, a precisa domanda, significa «Alpe del Nevegal».
I tempi
Affinché tutti i tasselli vadano al loro posto bisogna aspettare qualche giorno. «Una decina, penso», conclude Massimo Slaviero. Il destino del Colle presto sarà definito. —
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