Sito chiude l’ultima bottega di Agordo: «Troppi supermercati»

AGORDO
«Nel 1988 c’erano 12 botteghe, oggi nessuna. Gli amministratori degli ultimi 40-50 anni non hanno avuto lungimiranza. Adesso ci sono supermercati: non credo creino lavoro e neppure che abbiano tenuto bassi i prezzi».
Claudio Sito (attuale assessore comunale alle attività produttive) e la moglie Paola hanno chiuso sabato dopo 31 anni di attività la loro bottega di alimentari di piazza Libertà. L’ultima rimasta.
«Voglio ringraziare tutti i clienti di questi anni – dice Sito che si racconterà oggi alle 15.10 e alle 21 a Radio Più – mi dispiace in particolare per le nonnine che mi incaricavano di preparare loro la spesa. Botteghe come la mia sono state anche un servizio sociale».
Che Agordo era quella del 1988? «Era un paese completamente diverso, c’era più solidarietà, socialmente c’erano pochissimi problemi, niente in confronto a quelli attuali. C’era una vita commerciale più dinamica. Di negozi come il mio ce n’erano dodici e un solo supermercato, il Comprameglio, che si comportava benissimo: teneva chiuso la domenica, faceva la pausa pomeridiana e il riposo settimanale il lunedì mattina. Spazi che consentivano a noi di lavorare di più. Ce n’era per tutti».
Oggi ci sono cinque supermercati. Come è possibile investire con una popolazione in continuo calo? «La grande distribuzione fa contratti con i fornitori che prevedono premi a fine anno in base al peso del venduto. Quando una società nazionale come la Coop ha necessità di raggiungere l’obiettivo che le grandi aziende internazionali offrono (parlo di milioni di euro a fine anno, non i 200 euro che potevo avere io con i marchi regionali) si buttano in zone in cui questi marchi mancano per aumentare il peso del venduto».
Le nuove strutture modificano il tessuto urbano. Danno lavoro e, si dice, hanno prezzi più bassi. Come la vede?. «Non credo sia così vero che creano lavoro: il nuovo supermercato de Le Campe è partito con un certo numero di dipendenti che sono già calati. Penso anche che i prezzi non siano stati contenuti. Aggiungo che il supermercato ti porta a comprare il superfluo. Ma sono soprattutto critico con gli amministratori da 40-50 anni a questa parte che non hanno avuto lungimiranza, perché i centri storici vanno salvaguardati, perché non si può fare un’operazione come quella che ha portato alla nascita della Corte Agordina, perché non si possono raddoppiare i banchi del mercato del mercoledì. La possibilità di risparmiare la si dà in periferia. Qui invece sono arrivate costruzioni orrende e insediamenti commerciali che sono diventati grandi negozi da cui escono clienti col sacchettino da 8-10 euro, le spese che consentirebbero al piccolo di stare in piedi. Il problema non è ovviamente solo di Agordo. Il nostro settore non è aiutato a livello nazionale e non c’è ricambio. Ad Agordo la grande industria ha fagocitato il paese. Come amministratore studierò la situazione e cercheremo di sensibilizzare i nostri rappresentanti a Roma».
Si diceva che al posto del suo alimentari sarebbe arrivata la cooperativa latteria di vallata. «Smentisco. Mi sarebbe piaciuto. Ho esibito lo spazio alla cooperativa e ad altri. Al momento non c’è ancora niente di definito». —
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