Si è insediato ieri il neo questore di Belluno È Lilia Fredella che incastrò Bossetti col dna

È vissuta in città per 14 anni. «Ricordo il centro pieno di gente. Sono emozionata, questo ritorno è una responsabilità»



«È una grande emozione, ma è anche una grande responsabilità ritornare a Belluno, dove ho vissuto per 14 anni». Un bel sorriso e un’emozione vera: si è insediata ieri mattina, il nuovo questore di Belluno, Lilia Fredella. Prende il posto di Lucio Aprile che è andato a Forlì. Per la prima volta, la questura di Belluno si tinge di rosa: infatti, oltre al neo questore, prima donna ad occupare questo posto in provincia, c’è anche la sua vicaria Federica Ferrari.

Nata a Venezia, Fredella si è trasferita a quattro anni e mezzo a Belluno dove è rimasta fino all’età di 18 anni. «Ricordo piazza dei Martiri ancora piena di gente, i gruppi di ragazzi che frequentavano la città: quelli del caffè Deon, quelli del Manin e quelli del bar Texas. Nel settembre del 1989 ho salito le scale di questa questura per fare domanda per vice commissario. E ora ci torno dopo 30 anni come questore. Sono emozionata, per me è un grande onore ma anche una grande responsabilità. Essendo cresciuta in questa provincia, credo di avere quel quid in più perché conosco i sentimenti dei bellunesi, di questa gente di montagna che ama la sua terra, e anche sotto l’apparenza ruvida nasconde un grande senso dell’accoglienza», ha affermato ieri mattina presentandosi alla stampa.

Il suo è un curriculum di tutto rispetto. Da ricordare che Fredella ha ricevuto un encomio solenne quando era primo dirigente del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica della Lombardia dove ha incastrato l’omicida della giovane Yara Gambirasio. «Per quasi tre anni mi sono occupata di questo caso che ha colpito tutti, anche noi investigatori», ha ricordato Fredella. «È la storia di una ragazzina normale, uscita di casa per andare in palestra e poi ritrovata uccisa. Un dramma che poteva colpire chiunque dei nostri ragazzi. È stato un biologo del nostro ufficio a trovare la corrispondenza del Dna».

Il neo questore ha prestato servizio sempre nella polizia scientifica a Milano; a Palermo ha operato nel Gruppo Falcone e Borsellino, ha diretto il commissariato di Marghera. Con una missione Onu è stata in Kosovo, dove si è occupata delle indagini sulle fosse comuni. «Questa esperienza mi è rimasta nel cuore perché si pensa sempre che la guerra sia qualcosa di distante, e invece l’avevamo a poche centinaia di chilometri da casa», ha detto. Rientrata in Italia ha diretto il commissariato di Sarzana (La Spezia). Poi è stata alla scientifica di Milano e a Roma, ha svolto attività all’expo di Milano, al G7 e alle Universiadi di Napoli nel settore della videosorveglianza e ordine pubblico. «E poi le stelle si sono allineate e sono tornata qui. So che la questura di Belluno ha sempre garantito un livello elevato di sicurezza, e ora le sfide sono diverse», ha concluso riferendosi ai Mondiali e poi alle Olimpiadi e anticipando l’arrivo di nuovo personale. «Senza perdere di vista l’aiuto al cittadino che resta fondamentale, questi appuntamenti porteranno dei cambi di passo per la polizia». —

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