Sì di Venezia alle fusioni bellunesi

Il consiglio regionale approva all’unanimità le leggi su Zoldo e Alpago: ora tocca al referendum

VENEZIA. L’ultima parola ora spetta ai cittadini di Forno di Zoldo, Zoldo Alto, Farra d’Alpago, Pieve d’Alpago e Puos d’Alpago che dovranno dire tramite un referendum cosa pensano della nascita dei Comuni di Zoldo e Alpago. Con la votazione di ieri anche la Regione ha dato il suo beneplacito alla fusione completando così il percorso iniziato nei municipi e passato per la Provincia di Belluno.

Per le istituzioni locali e regionali la fusione dei Comuni è un processo da appoggiare in pieno: lo dimostra la votazione di ieri a palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale, dove i due progetti di legge - 64 e 65 - sono stati approvati all’unanimità dando parere favorevole al giudizio di meritevolezza. Non è mancato qualche momento di dibattito politico più acceso che ha ampliato il dibattito al delicato tema della specificità ma che non ha incrinato la compattezza con la quale i consiglieri hanno deciso di appoggiare la fusione dei Comuni.

Soddisfatti i primi cittadini, presenti al completo per controllare l’andamento della votazione. Umberto Soccal (Pieve d’Alpago) Camillo De Pellegrin (Forno di Zoldo), Floriano De Pra (Farra d’Alpago), Roberto Molin Pradel (Zoldo Alto) e Antonio Dazzi (Puos d’Alpago) ora puntano a portare i loro cittadini al voto nello stesso giorno. «Avremmo anche individuato una data» spiega De Pellegrin, «potrebbe essere il 17 gennaio».

La scelta del giorno del referendum è appannaggio della Regione. È l’ultima tappa di un percorso iniziato mesi fa e che ha visto esprimersi prima i singoli Comuni, poi la Provincia e ora la Regione. Ieri i consiglieri regionali hanno discusso prima il progetto di legge relativo alla fusione dei Comuni di Forno di Zoldo e di Zoldo Alto nel Comune di Zoldo per poi passare al progetto di legge che riguarda Farra, Pieve e Puos, che puntano a trasformarsi nel Comune di Alpago.

Territori che si sentono uniti da un punto di vista storico e culturale e che, grazie alla fusione, puntano a portare a casa i benefici riservati ai Comuni che si fondono. «Si tratta di un’ottima iniziativa» sottolinea il parlamentare bellunese del Movimento 5 Stelle Federico d’Incà, «parliamo di Comuni vicini con caratteristiche simili, le fusioni rappresentano un passaggio molto positivo dal punto di vista economico e sociale».

Le opposizioni hanno sollecitato il dibattito sulla specificità di Belluno, la risposta dell’assessore Gianpaolo Bottacin ha però replicato attaccando i tagli statali a fondi e strutture. Il voto alla fine ha cancellato ogni polemica lasciando la parola ai cittadini.

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