Si butta sotto un treno a quindici anni
Tragedia a Ponte nelle Alpi: uno studente si è tolto la vita. Si era preparato per andare a scuola a Vittorio Veneto

PONTE NELLE ALPI. Un messaggino sulla chat di whatsapp alla fidanzatina la sera prima, col quale manifestava le sue intenzioni. Poi ieri mattina verso il primo giorno sui banchi: ha preso i libri di scuola, tutto nello zaino e via da casa per salire sul treno che l’avrebbe portato a Vittorio Veneto, dove frequentava l’istituto d’arte. Ma in carrozza non c’è mai salito il 15enne pontalpino: cuffiette nelle orecchie ha portato a compimento il suo sconcertante piano e si è lanciato sotto il treno partito alle 6.41 da Conegliano e diretto a Belluno. I due macchinisti lo hanno visto gettarsi al loro arrivo nella zona del ponte delle Schiette. Era impossibile fermare il convoglio. Duealpini del Settimo in viaggio sul treno 5600 sono intervenuti subito ma non c’era più nulla da fare.
Quindici anni, una famiglia, un fratellino.
Erano le 7.20 quando c’è stata la tragedia nel tratto fra Santa Croce del Lago e Ponte. Il ragazzo è stato investito sulle rotaie. Abitava poco distante dal luogo scelto per dire addio ai sogni e non esserci più.
Qualche momento prima, a casa, niente che potesse far sorgere qualche interrogativo, un sospetto, una crepa nel muro alzato sullo stomaco che potesse tradirlo. Riapre la scuola, la mamma sistema lo zaino, ci infila i testi, saluta il figlio. Un inizio della mattina come tanti durante gli anni di studio, ma con il cortocircuito dei pensieri che accende gesti estremi. La meta del giovane, l’Istituto d’arte fuori provincia, a Vittorio Veneto. Il ragazzo si incammina alla volta della stazione, perchè avrebbe viaggiato in treno fino a Vittorio. Poi quel percorso lungo le rotaie secondo un programma che ribalta il normale, il quotidiano, scandito invece dal pesante fardello che lo divorava dentro.
Il suo corpo è rimasto lì, sulle rotaie. La polizia ferroviaria ha ricostruito la dinamica e cercato il motivo che ha bruciato le speranze di vita dello studente. Forse una delusione sentimentale, forse ansie adolescenziali che pensava di non riuscire a superare, forse qualche disagio comportamentale. La Polfer ha raccolto testimonianze e riferito in procura: pochi dubbi sul gesto volontario. La tragedia è stata comunicata sul luogo di lavoro alla mamma del ragazzo.
Nel pomeriggio in famiglia hanno portato il sostegno del Comune il sindaco Paolo Vendramini e l’assessore Lucia Da Rold, che hanno fatto visita insieme a un assistente sociale.
«Siamo vicini alla famiglia per questa tragedia devastante che l’ha colpita: il ragazzo non ha lasciato scritto nulla. La mamma la mattina lo ha salutato, lui che frequenta fuori provincia. E poi ti raggiungono sul posto di lavoro per dirti quello che non vorresti mai sentirti dire, che tuo figlio non c’è più. È allucinante, ma penso che l’adolescenza sia così difficile da intepretare...», dice Vendramini. «Ho comunque trovato una famiglia forte e consapevole del dramma, ho dato loro la nostra disponibilità ad aiutarli, perchè escano da questa situazione difficile, anche con percorsi che potranno intraprendere in futuro. Perché quando perdi un figlio ce l’hai per sempre dentro».
Per la cronaca, il traffico ferroviario è rimasto bloccato per oltre due ore: sono stati cancellati due regionali e altri due sono stati limitati nel percorso. Attivati servizi sostitutivi con autobus fra Belluno e Conegliano. I funerali del ragazzo dopo il nulla osta rilasciato dalla procura.
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