Sesso per purificare dagli spiriti

Seren del Grappa, processo a un santone voodoo accusato di violenza. La testimonianza della ragazza
Di Irene Aliprandi

SEREN DEL GRAPPA. «Per far scappare gli spiriti malvagi dobbiamo avere un rapporto sessuale». Nel processo contro un santone camerunense, Michale Nganje Voma, accusato di violenza sessuale e lesioni, ieri è stata ascoltata la parte offesa, una donna di Seren del Grappa che si era rivolta all’uomo per un rito voodoo. I fatti risalgono al 21 marzo 2011 e la violenza si consumò nella casa della donna (assistita dall’avvocato Roberta Resenterra). Davanti al collegio giudicante, composto dai giudici Trentanovi, Coniglio e Scolozzi, la donna ha raccontato che in quel periodo era particolarmente triste, perché il fidanzato l’aveva lasciata. Ascoltando il suggerimento di un’amica, la cinquantenne aveva deciso di provare a far tornare il suo innamorato con l’aiuto di un santone che praticava il rito voodoo. Il primo contatto fu telefonico: i due presero accordi per incontrarsi alla stazione di Feltre e l’uomo fornì il suo numero di conto corrente dove la donna versò 130 euro.

Arrivato a casa della cliente, l’imputato iniziò il rito utilizzando conchiglie, oli essenziali e formule particolari, spiegando che prima di tutto la donna doveva essere purificata dagli spiriti maligni che le causavano le sofferenze del momento. A un certo punto l’uomo disse alla donna che doveva spogliarsi, lei inizialmente pensò che non ci fosse nulla di strano, poi capì che la cosa stava andando oltre e respinse il contatto.

«Ecco, hai fatto scappare gli spiriti benefici», fu il rimprovero del santone che riuscì a convincerla a calmarsi. Poco dopo, però, l’uomo tornò all’attacco affermando che il rito doveva culminare con un rapporto sessuale, lei rifiutò e fu allora che lui la afferrò per le gambe e la penetrò.

Fu lei stessa a riaccompagnare il santone alla stazione e poi, frastornata, a chiamare l’amica per raccontarle l’accaduto e chiederle se quanto era successo si poteva considerare normale. Quando l’amica le disse che il sesso non c’entrava nulla, la donna si convinse a chiamare i carabinieri con i quali venne organizzato un tranello. Per far tornare l’uomo (che vive in provincia di Treviso) a Feltre bastò una telefonata, ma in stazione il santone camerunense trovò le forze dell’ordine venute per arrestarlo.

Dopo la testimonianza della donna l’imputato (avvocato Roberto Veroi) ha chiesto di essere ascoltato, ma serve un interprete e quindi il processo è stato rinviato all’11 dicembre per l’esame dell’uomo e la discussione finale. La donna non si è costituita parte civile perché non intende chiedere un risarcimento dei danni, nemmeno per i 130 euro versati pensando davvero che il rito voodoo potesse esserle utile.

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