Sequestrato il Castello di Ponte nelle Alpi

Operazione dei carabinieri in tutta Italia, sotto sequestro beni per 130 milioni di euro riconducibili ad un campano residente a Padova. Tra questi anche il castello di Ponte nelle Alpi
Una veduta del castello Bortoluzzi a Ponte nelle Alpi
Una veduta del castello Bortoluzzi a Ponte nelle Alpi

PADOVA. Beni per 130 milioni di euro sono stati sequestrati in otto regioni dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Padova ad un campano, sospettato di essere la "lavatrice" di capitali di organizzazioni criminali. L'uomo è Francesco Manzo, residente a Padova, dove risulta essere proprietario (tramite società a lui riconducibili) di ben 40 appartamenti nel grattacielo verde della stazione, dove abita, all'ultimo piano, e del grattacielo in costruzione lungo la tangenziale sud (denominato Onda Palace e fermo da anni). L'uomo risulta indagato per intestazione fittizia di beni. Le indagini devono accertare da dove provengano i capitali investiti negli immobili.

Il castello Bortoluzzi ha costi troppo alti e rimane disabitato

Un altro immobile che gli è stato sequestrato è il castello a Ponte nelle Alpi. Il castello si trova in viale Roma, a poca distanza dal ponte. La struttura presenta una pianta di grandi dimensioni di circa 2500 metri quadrati ed è circondata da un parco di 5000 metri quadrati. L'edificio fu realizzato agli inizi del XX secolo: fu realizzato nel 1905 per conto della Ciga, una catena alberghiera, e poi acquistato dal nobile veneziano Bortoluzzi che ne fece la sua residenza estiva.

I carabinieri di Padova, nel quadro delle indagini su una ipotesi di riciclaggio di denaro, hanno posto sotto sequestro 350 unità immobiliari, 15 terreni, 52 società per un capitale sociale complessivo di 1,5 milioni di euro, 224 tra conti bancari e cassette di sicurezza, 52 tra auto di grossa cilindrata e altri veicoli.

Riciclaggio, grattacieli e palazzi sequestrati a Padova

L'uomo, pur dichiarando redditi per non più di 15mila euro all'anno, risulta essere proprietario di beni per 130 milioni di euro. I militari dell'Arma hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo d'urgenza, emesso dal Tribunale di Padova, su proposta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia.

L'operazione ha visto impegnati circa 400 carabinieri, che hanno operato, con il supporto dei comandi provinciali interessati, nelle province di Padova, Vicenza, Treviso, Belluno, Ferrara, Bologna, Siena, Roma, Napoli, Salerno, Taranto, Matera, Cosenza e Varese.

 

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