Senzatetto in ospedale a Belluno, c'è chi fa i bisogni sul pavimento

Alcune persone bivaccano nei sotterranei nelle notti invernali. Sconcerto tra gli utenti che segnalano il rischio sanitario

BELLUNO

Una notte dopo l’altra, l’ospedale si trasforma in rifugio invernale per i senzatetto. Vederli bivaccare e dormire, ma soprattutto sentire il cattivo odore di urina e non solo, ha fatto scattare la protesta degli utenti. È diventata una situazione disagevole per chi entra ed esce per andare a trovare i propri cari nei vari reparti, ma evidentemente anche per i lavoratori. La segnalazione arriva dai cittadini che lanciano l’allarme di fronte al rischio sanitario, unito alla condizione di degrado. . Il problema è che almeno uno di queste persone – sono alcuni ormai quelli abituali – fa pipì sul pavimento, senza tanti riguardi per il decoro della struttura ospedaliera, per cui la puzza di urina, e non solo, fa storcere il naso a chi passa di là, che siano utenti o personale ospedaliero.

Non è il primo inverno in cui i locali nei sotterranei dell’ospedale diventano punto di riferimento per un gruppo di senza fissa dimora, alla ricerca di un posto dove dormire nei mesi in cui il clima è più rigido. Qualche volta in passato è stata anche la galleria esterna ad essere occupata, ma dentro è riscaldato e riparato dal maltempo. La struttura poi è grande e di notte resta accessibile a tutti, per cui alcune persone che non hanno un altro posto dove andare, in orario serale entrano, si sistemano nei sotterranei sdraiandosi nelle zone più appartate e la mattina escono. Il guaio è che lo fanno lasciandosi dietro odori sgradevoli e bisogni fisiologici.

Girano tra i corridoi e ricavano degli spazi per giacigli di fortuna, che però finiscono per diventare anche delle latrine, perché spesso qualcuno fa i bisogni per terra, senza utilizzare i bagni, e la mattina dopo bisogna pulire dove sono rimasti i segni e gli odori.

Il pernottamento non è passato inosservato e nemmeno la presenza tra i corridoi e le sale che portano ai reparti. Scarsa igiene e degrado sono diventate oggetto di lamentela. Il problema della presenza di persone senza fissa dimora che si rifugiano nella struttura del San Martino per trovare riparo dal freddo, dalla pioggia e dalla neve, è ormai annoso ed è noto, però gli strumenti per risolverlo finiscono per essere inefficaci. L’emergenza è sociale, nei confronti di un fenomeno di povertà e disagio che riguarda persone conosciute sia dalle forze dell’ordine sia dai servizi sociali, che provano sempre a intervenire, ma riescono a farlo con efficacia solo se trovano la disponibilità dei soggetti interessati a farsi effettivamente aiutare. E in questi casi sembra non essere così.

La situazione è delicata, destinata in base alle esperienze degli anni passati a esaurirsi con l’arrivo della primavera, quando le temperature cominceranno ad alzarsi.

Nel frattempo, gli utenti protestano, chiedendo una soluzione per assicurare il decoro. —

 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi