Falso invalido rischia due anni, l’Inps gli chiede 300 mila euro

L’uomo abita a Sedico, per l’accusa è un falso invalido che andava in moto e faceva lavori pesanti. La moglie è imputata in concorso per truffa. A ottobre la parola sarà data alla difesa

Gigi Sosso
Uno dei fotogrammi dei video girati dai carabinieri di Sedico per incastrare il falso invalido
Uno dei fotogrammi dei video girati dai carabinieri di Sedico per incastrare il falso invalido

L’invalido che andava in moto e faceva lavori pesanti è un falso invalido per la Procura. E merita una condanna a due anni di reclusione per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Stessa pena per la moglie, che è imputata in concorso e lunedì è uscita in lacrime dall’aula del tribunale di Belluno. A Franco Garlant e Lara Ambros l’Ulss 1 Dolomiti chiede 10 mila euro di danni, mentre l’Inps quasi 300 mila.

L’uomo percepiva una pensione di 1.400 euro al mese e la coniuge 9.600 euro all’anno, come assegno di accompagnamento. Per il momento, hanno parlato solo accusa e parti civili. La difesa prenderà la parola il 5 ottobre, dopo di che repliche delle parti e sentenza di primo grado del giudice Federico Montalto.

Garlant è arrivato nell’aula al terzo piano del palazzo di giustizia con la moglie e un paio di parenti sulla sua carrozzina e con una mascherina a protezione di naso e bocca, tipo dispositivo di sicurezza contro il Covid-19.

Per l’accusa, ha simulato una malattia più grave di quella che aveva e taciuto il miglioramento della propria salute, al punto da indurre all’errore Inps, Regione e membri della commissione medica, che lo avevano visitato il 6 novembre 2020. Al paziente era stata riconosciuta una paraplegia, con invalidità totale e impossibilità di camminare senza un aiuto. Ma mentre in mezzo alla gente si muoveva solo sulla sedia a rotelle, in casa camminava senza difficoltà, saliva le scale, trasportava pesi, scaricava bancali di legno dalla macchina, usava il decespugliatore per curare gli spaco verdi , eseguiva lavori di manutenzione alla piscina e fuori da casa, protetto dal casco, girava in sella a uno scooter.

L’imputato ha spiegato in aula che, grazie all’elettrostimolatore che gli era stato applicato per lenire il dolore riusciva a camminare e a fare qualche lavoro, ma per due ore e mezza, al massimo tre ore al giorno. È in questo lasso di tempo che poteva fare qualcosa. Le indagini sono state svolte dai carabinieri della stazione di Sedico, che hanno documentato le sue attività, in casa e in giardino, con l’aiuto di una telecamera. L’uomo sembra effettivamente in buone condizioni, tanto è vero che solleva pesi tutt’altro che irrilevanti e cura la manutenzione della piscina. Per il pubblico ministero Giada Modena, ha simulato con il concorso della moglie, di conseguenza i due meritano una condanna a 24 mesi, riconosciute le attenuanti generiche. Cioè tutta la condizionale.

L’Ulss 1 si è costituita parte civile con l’avvocato Erminio Mazzucco e chiede 10 mila euro, mentre l’Inps rivuole indietro il denaro erogato: 191 mila 174 da Garlant e 49 mila 378 da Ambros in solido, più 50 mila di danni morali. Manca ancora l’arringa della difesa, che è stata messa in calendario per l’inizio di ottobre. Esaurito l’intervento, la pubblica accusa potrà replicare, dando così il diritto alle altre parti di fare lo stesso. Ma non è per niente scontato e il giudice potrebbe anche chiudersi subito in camera di consiglio.

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