Sentiero parlante del Vescovà: inaugurazione al Bianchet

BELLUNO. La stagione dei rifugi chiude col botto. A suggellare un’estate da primati, con aumenti a due cifre di frequenze, il Cai festeggerà oggi al Rifugio Bianchet l’introduzione di una novità...

BELLUNO. La stagione dei rifugi chiude col botto. A suggellare un’estate da primati, con aumenti a due cifre di frequenze, il Cai festeggerà oggi al Rifugio Bianchet l’introduzione di una novità assoluta: il sentiero parlante del Vescovà.

L’escursionista, anziché utilizzare la tradizionale carta che, peraltro, è quasi sempre soltanto sentieristica, potrà accedere dal proprio cellulare a una guida che gli spiegherà tutto, proprio tutto, dell’itinerario che sta compiendo. E, si badi, il territorio non è coperto da alcun segnale. Ma ciò che la fantasia informatica del Cai e della Regione Veneto hanno saputo attivare va oltre (quasi) ogni limite. Almeno in questi punti parlanti: il rifugio Bianchet, località Scalon, Forcella La Varetta, rifugio Pian de Fontana, casera la Varetta, Pian de i greii, Casera Vescovà.

Parliamo dell’Anello del Vescovà, che parte da quota 1.245 e sale fino a 1.923 metri. Il tempo di percorrenza è di quattro ore e mezza. Siamo lungo la variante dell’Alta Via n. 1 delle Dolomiti che conduce in val Cordevole, per cui si evita il tratto conclusivo dell’Alta Via.

Il sentiero parlante è già operativo dall’inizio dell’estate e Sergio Chiappin, presidente del Cai di Belluno, testimonia che ha registrato un «successo incredibile», dal momento che sono andati subito esauriti i depliant illustrativi distribuiti dal rifugio Bianchet.

Oggi, a brindare all’iniziativa, saliranno il presidente regionale del Cai, Francesco Carrer, Bruno Zannantonio, dirigente dello stesso club, Chiappin e il suo braccio destro Alessandro Farinazzo, rappresentanti della Regione. Alle 13 la sobria cerimonia inaugurale. Sarà anche l’occasione per tirare i primi bilanci della stagione in alta quota.

I rifugi Cai dovevano chiudere ancora domenica scorsa, considerato il bel tempo hanno deciso di prorogare l’apertura. Ma la neve caduta in questi giorni ha consigliato ad alcuni di desistere. Ben 35 centimetri, ad esempio, al Carducci, e con il sentiero ancora non riattato dalla val Giralba il gestore non se l’è sentita di spingere oltre. Quindi, oggi è l’ultimo giorno per la maggior parte delle strutture, salvo quelle più accessibili. «Ai primi di ottobre ci incontreremo in sede Cai per tirare il bilancio della stagione e solo in quella sede potremo quantificare il recupero di appassionati dell’alta quota», anticipa Chiappin. Ma nella maggior parte dei casi non possiamo lamentarci».

I sentieri parlanti sono stati un supplemento di attrazione: lo testimoniano i rifugisti degli altri due itinerari: l’anello del Popera e l’anello del Pelmo. «Il tutto, si badi, in perfetto coordinamento con la Fondazione Dolomiti, la cui attività», riconosce ancora Chiappin, «sta promuovendo le nostre montagne in tutto il mondo con un approccio davvero sostenibile».(f.d.m.)

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