Sentiero e monumento per Kiss

LAMON. Un cavaliere nei cieli di Lamon, dalla guerra alla casa comune europea. Sul versante sud orientale del monte Coppolo c'è una croce, piantata l'anno scorso da tre rappresentanti dell'esercito ungherese e dell'Army archaeological society arrivati alla ricerca dei resti dell'aereo del pilota dell'aviazione dell'allora impero Austro-ungarico Jòszef Kiss, abbattuto nel maggio 1918. È stato trovato il punto d'impatto in località Piath e adesso l'amministrazione lamonese, il Comitato Jòzsef Kiss (con la collaborazione dell'associazione storico culturale della Valsugana Orientale e del Tesino) e l'Ana di Lamon cominciano insieme questo fine settimana con una serie di iniziative tra sabato sera e la giornata di domenica, un cammino di studio, memoria e riflessione che porterà alla commemorazione nel 2018 del centenario della fine della Grande Guerra.
Nella prima tappa verrà ricordato Jòzsef Kiss, asso dell'aeronautica militare austroungarica durante la Prima Guerra Mondiale. Venne colpito al petto e abbattuto nei cieli sopra Lamon il 24 maggio 1918 e dopo 95 anni (era l'anno scorso) sono stati trovati sul Coppolo alcuni piccoli frammenti del velivolo, un Albatross D.III dipinto di nero con una grande “K” raffigurata su entrambi i lati delle ali.
«Negli ultimi anni molti studiosi hanno dedicato la loro attenzione al pilota ungherese che non smette di incuriosire per molti aspetti della sua personalità che lo rendono al contempo una figura romantica e anticonformista», racconta il sindaco Vania Malacarne. «Viene definito “Il cavaliere del cielo” per via del suo comportamento: aveva al suo attivo diciannove combattimenti vittoriosi, tuttavia cercava sempre di risparmiare la vita all'avversario mirando all'aereo e non al pilota».
Nel ricco programma del week-end spiccano una conferenza sulla guerra aerea dello studioso Luca Girotto, la presentazione della dettagliata cartina del cosiddetto “Sentiero Kiss” e l’inaugurazione del monumento alla memoria del pilota ungherese. Il tutto alla presenza delle autorità civili e militari, di numerose rappresentanze d’arma e della delegazione ungherese, giunta in Italia appositamente per questa commemorazione.
«L'iniziativa ha ottenuto la concessione di due importantissimi patrocini da parte della Commissione Europea e dell'Ambasciata ungherese a Roma», evidenzia Vania Malacarne. «Questo a sottolineare lo spirito che anima gli organizzatori che vogliono contribuire a valorizzare il percorso che il continente europeo ha faticosamente avviato negli ultimi decenni della sua storia per assicurare pace e stabilità a tutti i popoli che lo compongono ed evitare il ripetersi degli orrori legati ai conflitti mondiali».
Raffaele Scottini
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi