Selva combatte lo spopolamento: aprono in paese cinque nuove attività

SELVA DI CADORE. La montagna che non muore. Che non si rassegna allo spopolamento. Che reagisce al lockdown reinventandosi. Giovani e anziani, per un nuovo futuro. Siamo a Selva di Cadore, in faccia al Pelmo. E al Civetta.
Lara Dell’Andrea, 28 anni, non si rassegna a fare la cameriera. Rileva un bar, a Santa Fosca, chiuso da due anni. Tre posti di lavoro, un quarto in arrivo. Ed è subito un successo.
Giuseppe Romanelli, di professione ingegnere, ha 72 anni. Non pensa alla pensione. Vicino al Museo di Selva rileva un ambiente e vi apre una lavanderia self service, un centro di coworking, un negozio con tutte le specialità più speciali delle Dolomiti.
Basta? No, con il fratello attiva anche una colonnina per le autoelettriche.
Non sono sogni, ma fatti concreti. Lara ha inaugurato il suo bar venerdì scorso. Romanelli, che è stato sindaco di Selva tra il 1979 ed il 1995, e presidente del Bim, si farà tagliare il nastro da Silvia Cestaro, il sindaco, a fine mese.
Bar Baraonda: così Lara ha voluto battezzare la sua creatura. La ragazza quasi accarezza l’ampia terrazza che vorrebbe diventasse il santuario di tanti giovani.
«Sì, un luogo di ritrovo per fare il pieno di allegria, ma anche di speranza, di fiducia, e quindi di impegno per dare continuità alla rigenerazione delle nostre valli» spiega Dell’Andrea. «Cercherò di darvi il buongiorno al mattino presto con cornetto e super caffè Illy – così Lara si è rivolta in queste ore ai già numerosi amici – per poi aspettarvi nella bella terrazza con panini e tramezzini di ogni sorte a pranzo o all’aperitivo. E se non sarete ancora stanchi di vedermi vi terrò compagnia con una birra o una grappetta mentre ci ascoltiamo un po’ di bella musica sotto le stelle».
Da Santa Fosca a Selva il percorso è breve. Qui, a pochi passi dal “Vittorino Cazzetta”, un affascinante balcone sulla preistoria, il “vecchio” Romanelli si proietta con spirito giovanilissimo nel futuro.
Di che cosa possono aver bisogno i villeggianti delle seconde case, così numerosi in Val Fiorentina? Di che si preoccupano gli ospiti degli alberghi? E gli sciatori che hanno il problema del ricambio della tuta? Ovviamente di una lavanderia.
La più vicina è ad Agordo. L’ingegnere che fa? Nell’ambiente appena acquistato da un’asta, apre un self service proprio con questo servizio. L’esigenza si è resa più che evidente, guarda caso, proprio nel lockdown, con i tanti soggiornanti che non sapevano dove lavare i panni. Ma non siamo ancora nel futuro.
Romanelli non si perde d’animo e inventa un’altra soluzione, ad una necessità molto avvertita in questi mesi. Il telelavoro da casa, abitando in un angolo di paradiso, dev’essere possibile. Ancora non lo è perché non arriva la banda larga? L’ingegnere aprirà a giorni un centro di coworking, dove l’interessato può trovare tutta l’attrezzatura informatica per lavorare da remoto. Compresa la possibilità della videoconferenza e di altri servizi di ultima generazione.
«Da qui – dice – non sarà comodo solo collegarsi col proprio ufficio, ma anche partecipare ad ogni possibile attività congressistica». Romanelli è convinto che in Val Fiorentina ed in Alto Agordino la domanda ci sia. Ma se non vogliamo andare sullo stretto innovativo ed insistere, invece, sul tradizionale un po’ spinto, ecco il negozio delle iper specialità delle Dolomiti. A cominciare dai prodotti allo zafferano.
«Tutte le nicchie più singolari del bellunese, qui saranno a portata del consumatore, che ovviamente – spiega l’ingegnere – sarà di qualità». Per chiudere, la quarta offerta è destinata alle auto elettriche, quindi sarà installata in centro a selva una colonnina di alimentazione. Giovani e anziani, dunque, alla riscossa.
«Sicuramente bisogna avere del coraggio – afferma l’ex sindaco -. Le condizioni per mettersi in gioco non mancano. Certo, va rifuggita, per quanto possibile, la comodità – culturale, prima ancora che sociale – di un posto ben remunerato in fabbrica che ti lascia liberi il sabato e la domenica, Occorre anche essere disponibili al sacrificio. Ma la soddisfazione che ne deriverà sarà impagabile».
«È quanto già sto verificando in queste prime ore di… Baraonda» conferma Lara. —
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